Il piano è quello di investire miliardi di rubli nello sviluppo di un “Unreal Engine russo”
C’è forte pressione in Russia per la costruzione di un Unreal Engine locale, o meglio un “motore videoludico nazionale” (game engine), che renda l’industria dei videogiochi del paese indipendente. E che, soprattutto, consenta una ripresa in seguito all’esodo tecnologico dell’occidente dalla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Si parla quindi di “sovranità digitale”, che passa anche per la creazione di una base per lo sviluppo videoludico che non dipenda appunto da Unreal Engine, utilizzatissimo motore americano (Unreal Engine 5 è uscito nel 2022) o da altri come Unity. L’iniziativa segue decisioni simili in direzione di una sospirata autonomia, per esempio quella di “staccarsi” dalla rete internet globale.
Naturalmente a spingere in tale direzione ci sono compagnie importantissime come VKontakte (VK). Parliamo del Facebook russo, recentemente acquisito da un gruppo bancario legato al gigante energetico Gazprom, di proprietà dello stato. In altre parole, facendo un largo giro è il Cremlino stesso a spingere per la creazione di questo nuovo motore grafico.
Detto questo e pur con un investimento previsto di miliardi di rubli, c’è molto scetticismo sulla possibilità della creazione di un motore grafico competitivo e performante allo stato dell’arte. A parte il fatto che sia AMD (produttore di processori per computer) che Nvidia hanno interrotto le loro vendite nel paese, i problemi sono ben altri.
Infatti Unity ed Unreal Engine sono popolari anche perché sono supportati da una vasta rete di asset, strumenti ed expertise. Una rete che non si è certo creata dal giorno alla notte e che conta molto sul supporto degli utenti e sulla collaborazione internazionale. Non esattamente come si fanno le cose in Russia, insomma.
Se però Putin è deciso a preseguire la propria politica di un’autonomia tecnologica (così come in tutti gli altri campi), questo motore prima o poi probabilmente si farà. Soltanto che ci sarà da vedere se il risultato saranno giochi che potranno non sembrare risalenti all’epoca della PlayStation 2.
Fonte: PC Gamer
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