I cinesi intendono portare la censura della pornografia al livello successivo con un elmetto sviluppato all’uopo
Tutto vero: in Cina si sta testando un elmetto speciale in grado di percepire “picchi” nelle onde cerebrali dell’utente quando costui o costei si trovi ad osservare immagini pornografiche. Un nuovo e distopico livello di censura dei contenuti osé che, lo ricordiamo, in Cina sono ufficialmente “illegali” fin dal 1949, cioè dalla formazione dell’attuale repubblica socialista.
Ovviamente come possiamo immaginare le forme di censura “tradizionali” (come l’imposizione di una rete internet “chiusa” e di social specifici interni al paese) possono in questo senso agire solo fino a un certo punto. Ed ecco perché gli scienziati e gli sviluppatori intendono agire in maniera più diretta e personale.
Negli ultimi tempi nel web cinese avevano impazzato appositi bot il cui compito era ed è quello appunto di trovare e segnalare qualunque immagine “indecente”. A fianco ad essi agiscono anche dei “periti pornografici” (jian huang shi), principalmente donne, cioè figure semi-istituzionali con lo stesso incarico.
Ma come c’è da aspettarsi, ovviamente, nel 2022 una massa affamata di contenuti osé trova comunque il modo di procurarsi immagini a luci rosse. Che vengano dall’occidente o siano prodotte clandestinamente nella stessa Cina, poco importa. Ecco perché i ricercatori dell’Università Jiaotong di Pechino si stanno dedicando allo sviluppo di questo elmetto per la “lettura della mente”.
Per come appare (non abbiamo immagini disponibili) sembra una cuffia da doccia ricoperta di cavi elettrici. Del genere di dispositivi insomma che si potrebbero vedere nel laboratorio di Stranger Things. A quanto pare il suddetto casco, o elmetto, dovrebbe essere in grado di individuare immagini pornografiche con grande accuratezza.
L’elmetto individua immagini pornografiche in base alla risposta emotiva e cerebrale di chi le guarda
Non solo: sempre appunto analizzando le onde cerebrali degli utenti, tali immagini dovrebbero essere direttamente filtrate. Per ora gli esperimenti hanno riguardato un campione di 15 volontari maschi tra i 20 e i 25 anni, a cui è stata mostrata pornografia etero (l’omosessualità in Cina è legale, MA…).
Sembra che per costoro l’elmetto abbia funzionato ogni volta che si sono trovati di fronte un’immagine pornografica, con conseguente reazione cerebrale. Ma ci sono stati anche dei “falsi” allarmi, con un totale di accuratezza del dispositivo dell’80% che i ricercatori imputano alla qualità del “materiale” stesso.
Per ora l’idea sarebbe quella di mettere a disposizione questi elmetti appunto ai cosiddetti “periti pornografici”. Cioè in modo da consentire loro di svolgere la propria attività non cliccando centinaia di immagini e classificandole su una scala di “eccitazione”, ma vedendole in rapida sequenza mentre il computer le censura in base alle loro reazioni emotive e cerebrali.
C’è tuttavia preoccupazione sull’utiizzo e sull’esistenza stessa di questi dispositivi, e su come potrebbero essere implementati nell’utilizzo del web da parte dell’utenza comune e tarati magari per censurare anche altri tipi di contenuti. Questo senza contare il tipo di dati personali che così si potrebbero raccogliere.
Lo scenario sembra quindi potenzialmente distopico e fa un po’ paura. Come diceva Bruce Wayne in Batman Forever: “Manomettere le onde cerebrali della gente secondo me comporta troppi dubbi“. Ma sembra che il tempo di preoccuparsi seriamente sia ancora lontano, anche per via di un’osservazione specifica fatta da Katie Wickens, l’autrice dell’articolo che utilizziamo come fonte.
La giornalista nota giustamente come l’80% di accuratezza dei dispositivi testati potrebbe essere dovuto ad un bias di base, cioè quello di aver utilizzato immagini pornografiche già di per sé censurate. Con pornografia vera e propria, c’è da aspettarsi, il risultato potrebbe essere ben diverso. Staremo a vedere che cosa accadrà.
Fonte: PC Gamer
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