Procedimento che, purtroppo, ha senso. Da qui quindi la nascita del “gusto” di Vladimir per la carne umana, ma è solo l’inizio. In seguito infatti il cannibale non si è solo limitato a consumarne delle parti per sé, ma è anche arrivato a venderne dei pezzi al mercato, spacciandola per carne di canguro.
Ha anche distribuito delle parti della stessa carne ai conoscenti, come abbiamo letto nella sua confessione riportata ad inizio articolo. Eppure, e per fortuna, la sua impresa culinaria grottesca non è andata troppo lontana. Presto infatti uno degli acquirenti del “canguro” si è insospettito rilevando un sapore “anomalo”, e facendo analizzare la carne ha scoperto che conteneva sangue umano.
A quel punto non è stato difficile capire che cosa fosse successo. La polizia lo ha arrestato e gli investigatori hanno fatto irruzione a casa sua dove si sono trovati davanti uno scenario alla Ed Gein, con resti umani sparsi ovunque e una vasca da bagno piena di sangue. Il più classico scenario di cannibalismo, insomma.
Per fortuna, c’è da dire, nella sua carriera come assassino e mangiatore di uomini (e venditore della loro carne…), Vladimir non ha potuto spingersi troppo lontano. Nel 1997 è stato condannato alla pena di morte, come si diceva. Ma la condanna si è tradotta in carcere a vita nel 1999 per via di un decreto presidenziale.
Vladimir ha asserito che avrebbe preferito una pronta condanna a morte anziché dover trascorrere in prigione tutto il resto della propria vita: cosa che forse può rassicurare le sue vittime e chi ha sofferto per causa sua che abbia avuto ciò che meritava. Dal 2001 è rinchiuso nel penitenziario federale russo di Orenburg Oblast, nota come la prigione del Delfino Nero.
Fonte: Fanpage
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