Gli Interpol tornano con il loro stile post-punk antico e incrollabile in The Other Side of Make-Believe
The Other Side of Make-Believe è il titolo dell’ultimissimo album degli ormai storici Interpol. Il disco, il settimo nella carriera della band newyorchese, arriva anche a vent’anni di distanza dal loro esordi con l’acclamato Turn on the Bright Lights (2002), uno degli album più importanti della storia del rock e del nuovo millennio.
E dopo tanto tempo, rincuora constatare come Paul Banks e colleghi ancora si rifiutino di scendere a qualunque compromesso. La scena musicale è cambiata, mutata e si è trasformata attorno a loro, ma gli Interpol proseguono indefessi la loro indagine esistenziale musicale sulle note di un post-punk più cupo e introspettivo che mai.
Il nuovo lavoro si presenta forse come più riflessivo, meno chiassoso e meno aggressivo rispetto a Marauder (2018) e soprattutto rispetto all’EP A Fine Mess (2019). Sembra che il periodo della pandemia abbia colpito anche questa band conducendola a suoni più accurati, sfumati e assorti.
Questo ovviamente nulla toglie alla validità di una tracklist che, ancora una volta, funziona dall’inizio alla fine. Le canzoni più interessanti sono Toni, Into the Night, Mr. Credit, Renegade Hearts e soprattutto Greenwich, quest’ultima molto particolare ed intrigante nella progressione degli accordi.
Chiaro che a questo punto e pure con tutta la buona volontà del mondo non si possa parlare degli Interpol come di una band rivoluzionaria. Anzi: questo stesso album in realtà purtroppo un po’ sfigura rispetto ai lavori odierni di band “giovani” come IDLES, Fontaines D.C. e Sports Team. Le quali però, ed è un po’ questo il punto, senza gli Interpol non potrebbero esistere.
La formazione di New York è infatti la principale responsabile nella ri-scrittura del post-punk nel nuovo millennio e tutte le band del genere che sono venute dopo, e specie quelle dedite ad una variante un po’ “gothic” dello stesso, hanno con gli Interpol un debito impagabile. Come questo stesso The Other Side of Make-Believe conferma, e lo dice un po’ anche il loro nome: gli Interpol sono un’istituzione.