Tra le morti degli anime che più di tutte hanno sorpreso il pubblico c’è senza dubbio quella di L, il co-protagonista di Death Note.
A un primo sguardo Death Note non è altro che uno scontro tra due uomini che hanno un concetto della giustizia molto opinabile, estremo da una parte (Light) e troppo puro dall’altro (Elle). Quindi chi vedeva l’anime era più che certo che tutta la storia si sarebbe svolta tra questi due poli.
Ed è qui che subentra il colpo di scena, quando Light convince Rem a scrivere il vero nome di L sul death note, con la scusa che l’investigatore privato voglia fare del male a Misa, l’idol diventata la seconda Kira.
Elle muore così per attacco cardiaco, sotto lo sguardo soddisfatto di Light, mentre lo spettatore rimane con la bocca spalancata e uno choc difficile da superare.
Joe, Rocky Joe
Rocky Joe è un anime davvero profonda e ben fatta, che meriterebbe di essere riscoperta anche dalle nuove generazioni.
La storia è quella di un ragazzo reietto, passato da un orfanotrofio all’altro, costretto a vivere ai margini di una società che non lo vede, trovando rifugio nella periferia, in delle baraccopoli dove vive come un cane randagio. Ma Rocky Joe ha anche un talento: la boxe è il suo respiro, la sua rivincita e la sua possibilità .
Ed è in qualche modo metaforico e bellissimo che Joe perda la vita proprio all’ultimo episodio, alla fine di un terribile combattimento con Mendoza, che ne esce vittorioso ma coi capelli bianchi per lo spavento nell’essersi trovato davanti un uomo incapace di mollare. Joe sa di aver dato tutto, sa di non poter chiedere altro alla boxe e così si accascia al suo angolo dopo aver dato i guantoni all’amata Yoko e, con un sorriso, muore.
Spike, Cowboy Bebop
Un altro anime che si è guadagnato a pieno titolo l’etichetta di capolavoro è Cowboy Bebop, un vero e proprio western di fantascienza che avrebbe molto da insegnare a prodotti ben più blasonati.
La serie racconta di un gruppo di cacciatori di taglie che viaggia per il sistema solare mentre, di fatto, affronta i demoni del proprio passato. A guidare questo sgangherato gruppo di outsider c’è Spike che, nel suo passato, ha una ferita non rimarginata.
L’amore per Julia, compagna del suo migliore amico Vicious ai tempi del Red Dragon, aveva spinto i due innamorati a scappare insieme, ma ben presto il lieto fine era sfuggito loro di mano, costringendoli a separarsi.
Anni dopo Vicious arriva a capo dell’organizzazione criminale e da l’ordine di trovare e uccidere Spike: quest’ultimo, che è riuscito a ricongiungersi alla sua amata, sente nel petto fiorire un nuovo sentimento di speranza. Ma non c’è felicità per i due amanti: Julia viene uccisa dagli scagnozzi di Vicious e per Spike non rimane altro per cui vivere.
Decide di vendicarsi di Vicious e di ucciderlo: ma nel farlo, lui stesso perde la vita, accasciandosi al suolo dopo aver rivisto il volto dell’amata. Straziante.
Oscar, già malata di tisi, morirà il giorno dopo, proprio durante l’assalto alla Bastiglia, il suo urlo rivoluzionario a riempire il cuore spezzato per la perdita dell’amato.
Nicholas D. Wolfwood, Trigun
Chiudiamo questa lista di morti delle serie tv più traumatiche e dolorose con la morte di Nicholas D. Wolfwood, uno dei co-protagonisti della splendida serie animata Trigun.
Il reverendo Nicholas D. Wolfwood entra in scena quando l’azione dell’anime è già avviata e i personaggi principali sono tutti già in gioco. Violento e saggio al tempo stesso, il Reverendo Wolfwood ha un’indole generosa, piena di speranza, che lo porta a immaginare un futuro migliore grazie al buon cuore di Vash e all’amore che inizia a provare per Molly.