Su Amazon Prime Video è stato rilasciato l’ultimo episodio della terza stagione di The Boys, apprezzatissimo show che vede Karl Urban e Antony Starr come mattatori assoluti. Esattamente come ci avevano promesso, lo show ha continuato l’escalation di follia che lo ha sempre contraddistinto, raccontando nel frattempo una storia complessa e interessante. Chiaramente non faremo spoiler di alcun tipo. Tuttavia sappiate che gli sceneggiatori non si sono risparmiati nel farci vedere con crudo cinismo tutto ciò che ha plasmato le vite di Patriota e soci. L’inserimento di una new entry di livello come il Soldier Boy di Jensen Ackles ha inoltre aiutato a mantenere i giri del motore sempre al massimo. Ecco dunque perchè, se non l’avete fatto, dovreste correre a recuperarvi la terza stagione di The Boys.
La Trama
È passato un anno dagli eventi della seconda stagione e la situazione è relativamente stabile. Billy si sta riprendendo dalla morte di Becca per mano di Ryan e il suo gruppo di ragazzi è ormai ai minimi storici. Hughie lavora infatti con Vic Neuman inconsapevole del fatto che sia lei la Super che fa scoppiare le teste e Mother Milk si è ritirato per passare più tempo con la figlia. Dunque Butcher, Frenchie e Kimiko si dedicato alla caccia agli eroi minori alla ricerca di un’arma per sconfiggere definitivamente Patriota.
Questi ha sempre meno equilibrio psicologico a causa delle rivelazioni naziste riguardanti Stormfront con le quali deve convinvere passando per uomo innamorato ferito dal passato della sua ex compagna. La situazione tuttavia prenderà una scossa quando si scoprirà il vero destino di Soldier Boy, il primo grande eroe della storia, l’unico in grado di sconfiggere Patriota, che è ancora vivo e l’invenzione del Temp V, siero in grado di far acquisire i superpoteri per 24 ore. Queste due rivelazioni potrebbero portare alla fine dell’era del biondo leader dei Sette. E Billy non ha alcuna intenzione di perdere quest’occasione.
The Boys 3: il Trailer
The Boys 3: il Cast
Billy Butcher, interpretato da Karl Urban
Hughie Campbell, interpretato da Jack Quaid
John / Patriota, interpretato da Antony Starr
Annie January / Starlight, interpretata da Erin Moriarty
Maggie Shaw / Queen Maeve, interpretata da Dominique McElligott
Reggie Franklin / A-Train, interpretato da Jessie Usher
Marvin T. Milk / Latte Materno, interpretato da Laz Alonso
Kevin Moskowitz / Abisso, interpretato da Chace Crawford
Serge / Frenchie, interpretato da Tomer Kapon
Kimiko Miyashiro, interpretata da Karen Fukuhara
Earving / Black Noir, interpretato da Nathan Mitchell
Madelyn Stillwell, interpretata da Elisabeth Shue
Ashley Barrett, interpretata da Colby Minifie
Klara Risinger / Stormfront, interpretata da Aya Cash
Nei mesi che hanno preceduto l’arrivo su Amazon della terza stagione di The Boys, lo showrunner Eric Kripke si è lanciato spesso in annunci entusiasti, di come questa nuova interazione sarebbe stata ancora più folle delle precedenti. È chiaro che quando devi competere con balene tranciate a metà e infanti dallo sguardo laser usati come arma, non è esattamente scontato fare “di meglio”. Tuttavia, per una volta, non si è trattata di pubblicità a buon mercato.
Questa terza stagione The Boys ha infatti alzato ancor di più l’asticella della violenza e della sessualità, portando gli spettatori in un vortice di follia che non è mai uscito dai binari dell’interessante narrazione che è stata messa su. Abbiamo avuto il celeberrimo Herogasm, nel quale il livello di trasgressione ha toccato il suo apice, ma nulla di quanto messo in scena è stato fatto in modo voyeuristico o futile. Ogni scelta, anche la più estrema e fuori di testa, ha avuto una ragione ben precisa ai fini del racconto. Il rischio è sempre stato quello di voler esagerare talmente tanto nell’impatto visivo, da dimenticarsi della trama. Ebbene, questo non è mai accaduto. Anche scene davvero assurde, come i momenti ittiofili di Abisso o il flashback a cartoni animati di un Black Noir, hanno avuto un senso ben preciso. E per di più, è risultato indispensabile per capire un determinato e fondamentale pezzo del puzzle (qui la spiegazione con spoiler).
La forza di The Boys risiede esattamente in questo: trovare i metodi più assurdi, dissacranti e violenti per raccontare una storia, portando avanti la narrazione in modo eccellente. La storia di Patriota, Butcher e soci avrebbe potuto essere raccontata in mille altri modi decisamente meno estremi e il plot sarebbe variato di pochissimo. Ma farlo con uomini dai peni giganti e sangue a profusione è decisamente più divertente. Questo è il grande merito che va attribuito a Kripke e ai suoi collaboratori, ossia non aver mai perso di vista la storia che volevano raccontare e non essersi mai fatti inebriare dal vortice di follia che stavano mettendo su.
Davvero interessante tra le altre cose, la sottotrama che ha accompagnato tutta la guerra tra i Boys e il biondissimo leader dei Sette. In tutta la terza stagione infatti il fil rouge che lega la trama riguarda i difficili rapporti padre-figlio presenti nella storia. Non possiamo dirvi di più per non incappare in fastidiosi spoiler ma sappiate che questa delicata tematica è trattata in modo molto più profondo e drammatico di quanto si possa credere. L’inserimento di momenti pregni di pathos familiare in una serie dai tratti così smaccatamente folli e violenti non è cosa esattamente scontata o facile. Eppure risulta essere uno dei temi più interessanti di tutta la stagione.
Menzione finale, ma necessaria, per il cast. Se già nelle prime due stagioni di The Boys avete potuto apprezzare il lavoro fatto dagli attori, in questa terza il tutto è stato portato ad un livello superiore. Karl Urban, Erin Moriarty, la new entry Jensen Ackles e tutti gli altri sono assolutamente perfetti in ogni frangente. I personaggi sono ormai parte della loro pelle e li dominano in ogni espressione e parola.
Tuttavia è innegabile che il vero grande mattatore sia stato Antony Starr.Patriota, ormai totalmente fuori controllo, è il fulcro nevralgico della faccenda e presenta lo spettro emotivo più ampio di tutti. Rabbia, tristezza,paura, disgusto, (finta) gioia. Una pletora di emozioni che Starr tiene in piedi in modo magistrale dando la spinta a tutto il cast. Una tale performance non può far altro che spingere tutti a dare il meglio. E così è stato per tutto l’arco della stagione.
Ciò che però balza all’occhio più di ogni altra cosa, è stata la profondità che gli sceneggiatori hanno dato a Patriota, riproponendo la sua lucida follia, in un’ottica più contemporanea e “sociale”. In tal senso, l’interpretazione di Starr ci ha regalato dei momenti di vero isterismo, ridefinendo il divismo di questa epoca storica 2.0, alla disperata ricerca del consenso.
Un consenso costruito su bugie e narrazioni tossiche, veicolate da mass media e soprattutto dai social. Da un lato, la classica narrazione del “non ce lo dicono“, dei media tradizionali allineati contro chi dice la verità, sfruttando proprio i media tradizionali stessi e il loro spazio. Il cogito ergo sum, penso quindi sono, di cartesiana memoria diventa quindi una evoluzione (o involuzione, per meglio dire) manipolata dal consenso. Da quei like che attribuiscono punti e che donano la (labile) stabilità mentale del Leader dei Sette. Appaio quindi sono, il narcisismo 2.0 del divismo di oggi, sotto forma di Patriota. Un personaggio che è un’immagine riflessa, che potrebbe distruggere il mondo ma che non lo fa. Altrimenti chi potrebbe dargli il consenso di cui ha bisogno?
Che ne pensate? Avete apprezzato la terza stagione di The Boys? Ditecelo nei commenti.