Caparezza è in questo momento impegnato con l’Exuvia Tour, serie di concerti dedicata al suo ultimo, omonimo disco. Tuttavia queste esibizioni avranno un sapore dolceamaro per il rapper di Molfetta. Parlando infatti con il Quotidiano Nazionale, l’artista, all’anagrafe Michele Salvemini, ha annunciato che sarà costretto a diminuire le performance live. Soffre infatti di acufene, come aveva già raccontato nel suo brano Larsen cantando Fischia l’orecchio, infuria l’acufene / Nella testa vuvuzela mica l’ukulele. E questo lo ha portato a prendere questa decisione.
Faccio queste venti date e mi fermo, perché i concerti dal vivo rappresentano una sollecitazione straordinaria del mio udito e non posso rischiare troppo – dice Capa. Soffrendo di acufene e ipoacusia non posso più fare lunghi giri di concerti come accadeva in passato. In questi sette anni di difficoltà ho incontrato tanti colleghi che m’hanno detto senti questo, fatti vedere da quello, io l’ho fatto ma non è cambiato alcunché. Così ho smesso di cercare cure miracolose per il mio deficit uditivo
Il disturbo proviene dall’attività live. D’altronde nella vita tutte le cose belle finiscono col toglierti qualcosa. A me questo fischio continuo ha modificato l’udito. Lì per lì, quando ho scoperto di non poter più ascoltare la musica in cuffia, sono andato in crisi, pensando al mio corpo come a una prigione. Così ho provato di tutto, pillole, iniezioni, psicoterapia, ma alla fine ho capito che dovrò semplicemente tenermelo e magari pensare ad altro, distrarmi
Andando avanti con l’intervista Caparezza ha anche parlato anche del suo futuro.
Mi piacerebbe dare vita a qualcosa per altri. Intendo mettermi alla prova sapendo che la mia creatività non si limita alla musica. Amo la scrittura e quindi penso a un testo, a un fumetto, a un soggetto, a una storia. “Durante la pandemia, oltre ad essere rimasto aggrappato al progetto dell’ultimo album Exuvia, ho riacceso anche la passione mai sopita per il mondo dei fumetti. Ho seguito un corso di sceneggiatura che un giorno potrebbe dare i suoi frutti, se non in un volume grafico vero e proprio, magari in un lavoro musicale legato al pianeta della striscia disegnata