Cosa significa il titolo del nuovo Joker? Forse non quello che potreste aspettarvi
Ormai si parla apertamente dell’attesissimo sequel del Joker di Todd Phillips. Si preannuncia un ritorno di Joaquin Phoenix (anche se non c’è nulla di confermato al momento) ed intriga la possibilità di Lady Gaga come Harley Quinn, un ruolo che di recente è stato di Margot Robbie nei tre film che hanno visto la comparsa del personaggio nel DCEU.
Altra novità colossale: il nuovo film sarà un musical. Un esperimento particolarmente risqué specie se si pensa che finora i film DC si sono sempre molto concentrati su azione e supereroismo. Ma non è un segreto che Phillips abbia aperto finalmente una strada diversa, seguita fieramente da Matt Reeves con The Batman.
E del resto pensando alla natura folle del personaggio di Joker, incarnata in così tante sfumature differenti, ciascuna pregevole, da tutti i predecessori di Phoenix, l’idea di un musical grottesco ed imprevedibile non suona poi così strana. Pensiamo anche solo alla famosa scena della scalinata in Joker (qui sotto) ed estendiamola per un intero film: non sembra per nulla una cattiva idea.
Ed in questo senso intriga particolarmente il titolo del nuovo film. La Folie à Deux è, effettivamente (dal francese, “follia a due”) una sindrome psicotica nella quale un individuo ne influenza negativamente un altro mettendolo a parte di un proprio disordine mentale al punto da condurre ad allucinazioni congiunte e anche a comportamenti dissenati “di coppia”.
Viene subito in mente il caso di Harley Quinn, le cui origini potrebbero venir qui esplorate daccapo proprio come avvenuto per il Joker di Phoenix; ma un riferimento si coglie anche per quel che riguarda il famoso Pas de Deux (passo a due). L’espressione si utilizza per indicare le coreografie del ballo e del balletto studiate per due persone, solitamente un uomo e una donna.
Dato che ormai sappiamo che il nuovo film sarà un musical, appare molto probabile che il titolo voglia giocare sull’idea della coppia Joker/Harley, ormai già annunciata, e quella della danza come atto liberatorio ma anche potenzialmente “folle”, a seconda della natura sregolata della performance. E viene in mente il vecchio Joker di Jack Nicholson: “Danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio?“