“(Ok! Allora tutti al concerto dei Gotici della Morte)“
‘Sti quindicenni c’hanno la malaria, la faccia pigra
Fanno già uso di Viagra
Nella sagra degli stolti gli stolti sono molti
Folti stormi di gotici morti stateve accuorti!
Predicano morte, vogliono morte, morte a palate
Se vi piace la morte spiegate… pecché nun v’ammazzate?
Cagate su cagate mi riserva
‘Sta vita di merda che m’osserva
Sul suo vetrino dove chino faccio la larva
Passiamo ad un ambiente diametralmente opposto a quello delle discoteche, cioè ad un concerto metal. In realtà si parla più che altro di gothic (quindi primi The Cure, Sisters of Mercy, ecc.) ma è più caratteristico di generi come death o doom metal invocare, appunto, la “morte” come ideale cimiteriale; e del resto la scena gothic in Italia non è mai stata altrettanto nutrita.
“La prendo larga questa curva, non sbando
‘Sta musica mi ingrassa a vista tipo Marlon Brando
Meglio un Tango a Parigi, meglio Memo Remigi
Meglio un demo dell’MC più scemo che ‘sto casino
In questo bagno di folla non c’è bagnino
Hanno lasciato tutti il cervello sul comodino
Sul palco si vomita, tra noi ci si sgomita, andate a cagare
Mi sta venendo pure il mal di mare”
In questo caso più che il contesto a Capa non piace proprio la musica; che, essendo come abbiamo detto tendenzialmente metal, riporterà caratteristiche particolarmente rumorose dando vita a un contesto caotico, al quale il rapper preferisce “Memo Remigi” o anche l’MC più scemo. Tocco di classe il riferimento a Marlon Brando e al famoso e controverso film Ultimo Tango a Parigi.
“(Vabbè, allora si va tutti quanti allo stadio)
Lasciami solo tipo Rita Pavone
Se vai a vedere la partita di pallone
Perché non vengo con te, quella non è brava gente
S’impone violentemente, a spinte
Smantellate immediatamente
Slogan teppisti che sanno di inni fascisti
Su ‘sti spalti stanno tifosi misti a terroristi
Hai voglia a stare triste se ci scappa l’omicidio
Sta caciara mi dà un senso intenso di fastidio“
Di confusione in confusione, Capa passa allo stadio e alla tipica rappresentazione di una tifoseria selvaggia; tra hooligans che vengono prontamente tacciati di militanza fascista e violenza (anzi, “viuulenza”) portata all’eccesso, il rapper esprime sdegno completo per come i tifosi di calcio si conducano a manifestazioni talmente fuori controllo.
“Hooligans e svastiche binomio perfetto
Ti metterei quel palo dritto nel culetto con lo scudetto
Troppi ultras cafoni senza nomi c’hanno mani armate
Come diceva Antoine quelli ti tirano le pietre
Sputi, monetine, carta igienica
Domenica ci si porta anche la tromba per la carica
Mi sa che nemmeno alla banca del seme
Ho visto tanti cazzi messi insieme a saltare
A volte vorrei risanare ma“
Qui non c’è da sbagliarsi: dello stadio a Capa non va proprio a genio la gente che lo frequenta, tifosi militanti ed aggressivi in particolare. Con questo si chiude il “trittico” di critiche che Caparezza riserva a questi tre ambiti del lieto vivere all’italiana o della civiltà moderna occidentale. Un testo grezzo, diretto e per certi versi spietato.
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