Qui sforiamo nel teatro. Oltre al riferimento ai famosi film della casa Hammer (un po’ la Blumhouse degli anni ’50), la canzone ricostruisce tutta una storia basata su Il Gobbo di Notre Dame ma a metà strada verso Il Fantasma dell’Opera, con un’atmosfera sensuale e tentatrice che fa da sfondo ad una narrazione bislacca ma drammatica. Puro genio.
5. Sat in Your Lap, 1981
Brano stupendo e folleggiante che mostra il lato più “giocoso” della cantante, incentrato su splendidi accenti di fiati nella strofa e un tempo insistente nel refrain; il resto si gioca su sperimentazioni avant-pop, un recitato-lirico e tempi composti. Tutti elementi che, messi insieme, provano una volta di più la validità dello stile eclettico dell’artista.
4. Don’t Give Up (feat. Peter Gabriel), 1986
Vero è che questa è tecnicamente una canzone di Peter Gabriel; ma è anche vero che senza il contributo di Kate in uno dei duetti più memorabili degli anni ’80, non sarebbe stata il successo che è stata. Una ballad dagli accenti incantevoli che parla di empowerment e quella che oggi definiremmo “resilienza”, con atmosfere delicate e voci da far tremare.
Il suo primo, incredibile successo, ispirato al romanzo di Emily Brontë (Cime Tempestose). Già qui ammiriamo una cantante che seppur a inizio carriera presenta uno stile art pop deciso, con ispirazioni prog, arrangiamenti classicheggianti e vocalità audaci che mostrano una sicurezza di stile unica. E il pezzo rimane tuttora un classico senza tempo.
2. Babooshka, 1980
In assoluto uno dei suoi brani più celebri, nonché forse uno di quelli più “pop”. Il brano è una complicata allegoria nella quale una donna decide di testare la fedeltà del compagno fingendosi un’altra e scrivendogli lettere firmandosi “Babooshka”, un improbabile alter-ego dal suono russo. Alla fine la relazione è rovinata, perché è di questo alter-ego che l’uomo finisce con l’innamorarsi.
1. Running Up That Hill, 1985
Ne abbiamo già parlato in abbondanza ma non poteva mancare al numero uno di una classifica come questa; e ci sarebbe stata anche prima di Stranger Things. Nella canzone, un pop/new wave molto raffinato, la Bush vorrebbe stringere “un patto con Dio” per scambiare di posto uomini e donne e portare a una migliore comprensione tra i sessi. Nessuno ci avrebbe pensato, se non lei.