Travolti da un Insolito Destino nell’Azzurro Mare d’Agosto – Lina Wertmuller (1974)
E’ qualche anno ormai che Hollywood va “riscoprendo” le principali autrici del cinema d’autore europeo, forse in cerca di un’inclusiva contro-storia del cinema da integrare al proprio fallocentrico pantheon.
Registe dai paesi e periodi più disparati riproposte come prodotto pop, a metà tra la beatificazione tardiva e il risarcimento. Ma se gente come Agnes Varda o Chantal Akerman sono da tempo disinfettate e sdoganate, difficile che lo stesso possa toccare a Lina Wertmuller.
La concezione di una commedia “antropologica” proposta dall’autrice romana, radicata in un’analisi marxista ortodossa della società italiana in mutamento, resta indecifrabile al mondo liberal statunitense.
Anche un film “leggero” come Travolti da un Insolito Destino, forse il suo più noto, rimane un oggetto ai limiti dell’intoccabile per il pubblico di massa: troppo feroce, troppo cinico, troppo fiducioso nello spessore culturale di uno spettatore polemicamente chiamato ad interpretarne la visione.