Il mercato indie sta proliferando senza freni e molti generi stanno trovando un loro Limbo (scusate il gioco di parole). Proprio il gioco sviluppato dai Playdead aprì le porte a un pubblico più ampio verso quello che era sempre più una tipologia di giochi destinata ai soli cultori. Lo stile grafico di Limbo avvicinò molti curiosi e riuscì quindi a catturarne l’attenzione con uno stile grafico ammiccante e meccaniche di gioco difficili ma non troppo frustranti. Perché parlare di Limbo quando stiamo recensendo Silt? Perché l’indie in questione creato da Spiral Circus Games ne riprende in gran parte lo stile e il concetto di base.
Silt infatti è un puzzle game con meccaniche molto semplici che punta molto sul catturare il giocatore all’interno del gioco tramite alcuni spunti decisamente interessanti. Lo stesso uso del bianco e nero è una scelta artistica molto vicina a Limbo e una decisione mai semplice. Questo perché una palette monocromatica deve essere supportata da un comparto artistico decisamente di livello per non cadere nella “monotonia visiva”.
Uno stile decisamente interessante
Lo stile di Silt è quantomeno minimale, almeno per quanto riguarda il protagonista e le creature che popolano lo schermo. Gli sfondi e i fondali sottomarini sono invece decisamente più ricamati e riportano alcuni particolari assolutamente ispirati. Statue antropomorfe, mostri marini e antiche macchine la faranno da padrone. Capiterà infatti di approdare in una stanza più grande, rispetto ai tanti corridoi che rappresentano le sezioni puzzle, e restare a bocca aperta di fronte a imponenti strutture o elementi artistici.
Da non dimenticare è il comparto audio. Sicuramente uno dei punti di forza del gioco visto che riesce a trasmettere in modo preciso la tensione e l’immersione negli abissi. Ogni movimento e ogni sezione di gioco è scandita da effetti audio decisamente azzeccati. Si passerà quindi da veri e propri crescendo sinfonici a veri e propri silenzi di enorme impatto.
La componente grafica/artistica è quindi uno degli elementi portanti dell’opera. Come dicevamo nell’introduzione, il gioco riesce a catturare grazie a uno stile allettante e un gameplay semplice e intuitivo. L’incipit sarà altrettanto immediato, il sommozzatore che impersonificheremo dovrà sconfiggere 4 boss per rubarne gli occhi e attivare così un immenso macchinario. Questo basta per riuscire a portare avanti il giocatore verso il finale.
Puzzle e difficoltà
I comandi di base sono estremamente semplici: con un tasto accenderemo la luce del casco, con un altro potremo scattare e con l’ultimo avremo la possibilità di possedere alcuni pesci che ci circondano. Sarà proprio quest’ultima meccanica il vero motore di gioco. Ogni pesce ha la sua peculiarità, c’è chi taglierà i cavi che intralceranno il nostro camino, chi distruggerà le pietre e chi fungerà da mera esca per i predatori. I puzzle presenti nel gioco non sono quasi mai estremamente difficili da capire, non si può dire però lo stesso della risoluzione.
Se nelle prime fasi di gioco il giocatore viene preso quasi per mano e portato a risolvere le sezioni con al massimo qualche morte alle spalle, Silt riesce a diventare decisamente ostico verso il finale. Negli ultimi livelli il grado di sfida si impennerà in modo vorticoso e, oltre a utilizzare i pesci per aprirsi un varco, si dovrà fare attenzione ai pericoli diretti e muoversi in modo impeccabile per non essere divorati. L’ultima sezione può quindi risultare frustrante perché non si ha una percezione di un incremento graduale della difficoltà. Passeremo dal risolvere dei puzzle ambientali al dover scansare ogni nemico in modo infallibile.
Se inizialmente i movimenti del protagonista possono risultare legnosi, si avrà poi la sensazione che tale pesantezza fosse inevitabile per trasmettere ciò che gli sviluppatori volevano infondere nei giocatori. La sensazione di muoversi negli abissi è quindi riprodotta in modo “realistico” nel feeling dei comandi. Questo però porta, come detto sopra, a qualche momento di frustrazione nelle fasi più difficili.
Silt: Conclusioni
La creatura degli Spiral Circus Games è decisamente un buon progetto con alcuni spunti decisamente memorabili e con altri sicuramente da sistemare. A causa di un sistema di gameplay snellissimo si può provare la sensazione che possa mancare qualcosa. Probabilmente nelle fasi intermedie del gioco si poteva lavorare più sull’utilizzo di ulteriori creature da possedere così da concatenare nuovi puzzle e creare una curva di difficoltà più morbida. Anche la totale mancanza di una trama potrebbe non invogliare alcuni giocatori a proseguire per terminare l’avventura. Alcuni inserimenti narrativi avrebbero decisamente aiutato ad ampliare l’esperienza di gioco.
Lo stile però è assolutamente da promuovere a pieni voti e ci aspettiamo quindi che Silt sia solo l’inizio di una nuova serie di progetti più curati e complessi sotto tutti gli aspetti. Intanto godiamoci questo buon puzzle game che è riuscito a trascinarci completamente in un grottesco e oscuro abisso popolato da terribili creature.