A Link to the Past segna un momento fondamentale nella storia del gaming e in tutta la serie Zelda
The Legend of Zelda: A Link to the Past è il primo grande videogioco tratto dalla serie omonima a stabilire degli standard di eccellenza unici e a segnare la storia del gaming in maniera fondamentale. Non solo le innovazioni di gameplay, le fondamenta di una saga immortale e il grande successo di Nintendo e dei suoi giochi. A Link to the Past porta davvero una rivoluzione.
Questo a partire dall’esplosione sul mercato del cosiddetto SNES (Super Nintendo Entertainment System), la nuova console della casa giapponese che, sostenuta da giochi come Super Mario World, si erge contro Sega Genesis, l’agguerrita rivale. A Link to the Past prova una volta di più l’eccellenza e la qualità marchio di fabbrica di Nintendo; che, come sappiamo, alla lunga vincerà questa “console war”.
E in questo senso Zelda si inserisce come tassello fondamentale in un mosaico di franchise collaudati, quali appunto Mario, Kirby e poi Pokémon (dal 1996), capisaldi del dominio Nintendo specialmente sul mercato per famiglie e per più piccoli. Zelda stabilisce una serie di standard per il gioco fantasy negli anni a venire e A Link to the Past è il vero inizio della leggenda.
Una leggenda che è iniziata in realtà già nel 1986, quando l’originale The Legend of Zelda viene lanciato sul mercato. Le idee ci sono e la giocabilità è quella, ma è ancora tutto molto scarno, intuitivo, essenziale. Pochi passi avanti (e anche fuori schema) vengono poi compiuti da The Adventure of Link, pubblicato nel 1987.
Gli anni passano e solo con l’avvento degli anni ’90 e dello SNES il genio di Shigeru Miyamoto (con il suo team) decide di andare oltre e di provare una sfida senza precedenti. A Link to the Past ha una trama sviluppata, un gaming ardito, sfumature di grafica inedite e molteplici elementi che lo rendono davvero un salto in avanti.
Per cominciare si iniziano a stabilire i cicli di ritorno dei protagonisti, Link e Zelda, e dell’antagonista Ganon, in varie forme re-incarnate o tramite il legame di sangue tra eredi nel corso di diverse epoche. Il concept, già accennato nei due titoli precedenti, prende qui forma in maniera stabile e consentirà il riutilizzo di medesimi elementi di trama ma ogni volta in maniera diversa ed originale.
A Link to the Past recupera la prospettiva top-down del primo gioco. Link può esplorare un vasto mondo irto di ostacoli, nemici, percorsi, segreti, oggetti nascosti e passaggi celati. Per proseguire deve ottenere tutta una serie di potenziamenti, che di volta in volta gli consentono di accedere ad aree prima bloccate, o di affrontare sfide prima insuperabili.
Tutto ancora una volta sta alla tenacia del player, che pazientemente deve imparare a conoscere ogni anfratto e ogni angolo della terra di Hyrule. Non mancano naturalmente i pericolosi ed enigmatici dungeon, che aggiungono un importante elemento puzzle ad un gameplay principalmente caratterizzato da action e adventure.
Il giocatore deve quindi sì agire, attaccare con tempestività e imparare i punti deboli dei nemici; ma suo compito è anche quello di usare il cervello, scovare indizi e studiare strategie per recuperare item nascosti o sconfiggere boss apparentemente invincibili. Il tutto in un panorama “open world” articolato, con personaggi, ambienti e situazioni particolari.
All’epoca ben pochi giochi (come quelli della saga di Final Fantasy) presentano un tale livello di caratterizzazione con così tanti dettagli. E manca ancora il tocco di classe: la presenza di un “mondo oscuro”, parallelo a quello reale ma corrotto e letale, dal quale Link può andare e venire seguendo un collegamento magico.
Il gioco viene quindi decorato dalla compresenza di due realtà distinte ma speculari, che prendono spunto dal classico dualismo bene/male e tornando indietro poi, tramite gli altri elementi di gaming, fino ai tropi dell’epica medievale e del fantasy moderno. L’eroe senza macchia, una spada magica, uno stregone oscuro, una principessa in pericolo… tutti elementi istintivamente noti.
Quello che A Link to the Past fa è riprenderli in un contesto di gaming avvincente, moderno (per l’epoca), “challenging” ed articolato. Il player è coinvolto a più livelli: a livello di trama, di azione, di logica, di perseveranza e di memoria. Ecco perché questo di Zelda è il primo gioco nella serie che supera lo schema sbaglia/riprova; e si spinge invece in là, molto più in là, verso un gaming della nuova era.