Quei bravi ragazzi: la battuta d’apertura di Ray Liotta è la migliore della storia

La scomparsa dell'attore, avvenuta ieri, ha messo in evidenza una delle sequenze più famose della settima arte.

ray liotta
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Quei bravi ragazzi è uno dei film più noti di Martin Scorsese (Taxi Driver, The Departed – Il bene e il male) oltre ad essere un capolavoro della storia della settima arte: un gangster movie brutale e asciutto che ha fatto la scuola di questo filone cinematografico e che vede come protagonista, nei panni di Henry Hill, il compianto Ray Liotta (Abuso di potere, Hannibal), scomparso ieri all’età di 67 anni. Il grande attore ha interpretato, in una delle parti maggiormente riconoscibili della sua carriera, un mafioso e collaboratore di giustizia realmente esistito.

Ebbene, proprio per ricordare la memoria di Liotta, che è deceduto nel sonno nella Repubblica Dominicana, mentre era impegnato nelle riprese di Dangerous Waters, come ha fatto LADbible, poniamo l’accento sulla scena d’apertura di Quei bravi ragazzi. La sequenza in questione, infatti, è entrata nella leggenda in particolare per la battuta iniziale che recita il divo, ritenuta la migliore nella storia del cinema tra quelle iniziali e riuscendo a battere avversari per nulla semplici come Full Metal Jacket, Stand By Me e Paura e Delirio a Las Vegas con ben 160 voti a favore e 35 contrari.

Quei bravi ragazzi 1990 n2

Tale riconoscimento, risultato di un sondaggio che ha sottoposto Shortlist agli utenti sulle migliori battute introduttive del mondo del cinema, è assolutamente condivisibile, ma spieghiamo la scena per vederci chiaro. In particolare, dopo la scritta New York. 1970, ci spostiamo in una macchina dove sono seduti Henry Hill (Ray Liotta), Jimmy Conway (Robert De Niro) e Tommy DeVito (Joe Pesci) che sentono un rumore nel bagagliaio: a quanto pare non sono riusciti ad uccidere l’uomo che hanno imprigionato lì dentro.

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Una volta fermatisi con la macchina, Hill apre solo il portabagagli, Tommy lo accoltella, mentre Conway gli dà il colpo di grazia con la pistola. Un primo piano si sposta sul volto di Liotta che dice “Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster”. A quel punto, c’è un taglio netto e il film comincia. Con quella breve battuta non solo il protagonista è riuscito a racchiudere l’intero lungometraggio, ma anche la scena che avviene in pochi minuti è perfetta nella descrizione dei personaggi. In altre parole, un capolavoro come il lungometraggio di Scorsese.