The Northman: Claes Bang risponde alle accuse che vedono il film simpatizzare per i suprematisti bianchi

Alcuni movimenti di estrema destra hanno fatto proprio il messaggio del lungometraggio, anche se per l'attore non c'è nessuna correlazione.

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The Northman è il ritorno sul grande schermo del cineasta americano Robert Eggers che approda al cinema dopo che The Witch (2015) e The Lighthouse (2019) sono stati largamente apprezzati da pubblico e critica. L’opera, che è stata vista come un capolavoro da parecchi recensori, racconta la vera storia dell’Amleto di William Shakespeare, che per l’appunto si è ispirato ad un poema norreno con protagonista un principe danese che ricerca per tutta la sua vita la vendetta.

The Northman, per quanto sia violento e brutale, non eccede mai nel suo messaggio e contenuto, ma nonostante questo, alcuni gruppi di estrema destra hanno interpretato in modo erroneo i temi del film, sfruttando il progetto come una sorta di giustificazione. Detto questo, in una recente intervista per The Guardian, l’attore Claes Bang (che all’interno del titolo interpreta Fjölnir) ha detto la sua, rispondendo a tono a queste critiche e sottolineando l’origine del progetto che trae spunto da fonti antichissime.

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“Ricordo che quando è uscito il trailer intorno a Natale, c’era questa voce fuori campo che diceva: ‘Devi scegliere tra l’amore per i tuoi parenti o l’odio per il tuo nemico’. E io ero tipo ‘Woah, aspetta un minuto – è Donald Trump!’ Se viene utilizzato da gruppi di suprematisti bianchi, penso che sia dannatamente orribile. Non era qualcosa a cui pensavo durante le riprese: la sceneggiatura è basata sulla storia danese del principe Amleth, quella che Shakespeare ha trasformato forse nella più grande opera teatrale del mondo”.

Per quanto, quindi, quelle parole di The Northman siano potenzialmente interpretabili in modo erroneo, la realizzazione non è assolutamente da vedere come un elogio alla supremazia bianca, ma come un sanguinoso film che trova le sue radici profonde nella storia e nella leggenda, senza dover per forza scomodare la politica e l’appartenenza ad un partito.