Su Netflix è arrivato SuperNature, nuovo spettacolo comico di Ricky Gervais che sta spaccando l’opinione pubblica. Il comico britannico durante l’ora abbondante di battute e sketch se la prende con tutti, compreso sè stesso. Tuttavia la sua tagliente e sagace ironia ha trovato dei forti detrattori nella comunità trans che ha trovato offensive alcune battute fatte da Gervais su di loro all’inizio dello spettacolo. Abbiamo dunque visto l’intera esibizione della star di After Life per provare a rispondere, per quanto possibile, a questa domanda: “SuperNature è davvero offensivo?”.
Partiamo da un presupposto fondamentale. Chi vi scrive non fa parte di alcuna minoranza e dunque il punto di vista potrebbe mancare di alcume sfumature di sensibilità che per ovvi motivi non si possono avere. Tuttavia ci sono elementi oggettivi e assolutamente insandacabili in questo spettacolo che ci fanno propendere verso una risposta abbastanza secca. No, SuperNature non è offensivo.
Per spiegare il nostro punto di vista ci serviamo delle parole che lo stesso Ricky Gervais utilizza sul palco. Il comico spiega infatti come non esistano battute offensive in modo categorio in quanto l’ironia è un fatto prettamente personale. Esistono solo battute che alcune persone possono ritenere offensive, di cattivo gusto o divertenti. Dipende tutto dalal sensibilità di ognuno di noi
Gervais in SuperNature è molto sincero e schietto. Spiega più di una volta che la comicità è il modo che lui crede sia giusto utilizzare per superare le tragedie delle vita. Per questo motivo scherza su cose terribili, come Hitler o l’olocausto. Crea un dialogo lunghissimo tra Dio e il virus dell’AIDS che starebbe creando per “punire” gli omosessuali. Eppure quelle battute, ugualmente taglenti come quelle iniziali sulle donne trans hanno generato solo risate e nessuna polemica.
Perchè? come lui stesso ha spiegato, quello relativo alle persone trans è stato l’argomento tabù più attuale e di cui si è parlato di più negli ultimi due anni. Si tratta dunque di un nervo scoperto che crea maggiori dolori nella società ma che non differisce da altri, più sedimentati, che tratta nello spettacolo.
Gervais, sul finale dello show spiega questa diversa ricezione dei vari temi dicendo che il problema sussiste quando alle battute di un comico si ride per tutto uno show ma poi ci si offenda per uno specifico sketch perchè si crede che il comico parli seriamente. Ciò che fa percepire SuperNature come offensivo è esattamente questo. Se Gervais scherza sull’Hitler bambino o sull’AIDS il pubblico sa che sta scherzando e ride. Perchè dunque la stessa persona dovrebbe essere serio parlando di trans? Perchè un comico così schietto e spietato con tutti dovrebbe omettere un’intera categoria dai suoi show? Non sarebbe questa una forma di discriminazione?
Vogliono solo essere trattati allo stesso modo – dice escplicitamente. Sono d’accordo; ecco perché li includo
Per spiegare ancora meglio cosa questa ipocrisia di fondo sia, il comico britnanico parla della cosiddetta Cancel Culture e di come oggi si venga cancellati per cose scritte 10 anni prima. Gervais fa l’esempio di Kevin Hart escluso dagli Oscar per Tweet omofobi di moltissimo tempo addietro e per il quale si era già scusato.
A che serve scusarsi ed evolversi se non ha valore farlo? Tanto vale ridirle di nuovo.
Gervais spiega come la rabbia e l’indignazione per un determinato argomento sia solo una corrente momentanea che non punta a risolvere i problemi ma solo a cavalcare l’onda del consenso attuale.
Non si può prevedere cosa sarà offensivo in futuro. Non sai quale sarà la massa dominante. Ad esempio, la cosa peggiore che puoi dire oggi, che ti fa cancellare su Twitter, che ti porta minacce di morte, la cosa peggiore che puoi dire oggi è: “Le donne non hanno il pene”, giusto? Ora, nessuno l’ha visto arrivare. Non troverai un tweet vecchio di dieci anni che dice “Le donne non hanno il pene”. Tu sai perché? Non pensavamo di doverlo dire, cazzo
Parlando alla fine dello spettacolo, Gervais ha spiegato di essere totalmente della parte della comunità trans e di ogni tipo di atto inclusivo. Ma ciò non toglie che lui voglia avere il diritto di scherzare anche su di loro.
Il comico britannico crea un patto non scritto con i suoi spettatori. Vuole solo farli ridere. Lo show è un mondo avulso e iperbolico che serve per scherzare sul mondo e mettere in luce le ipocrisie della nostra civilità.
Il mio obiettivo non era il popolo trans, ma l’ideologia dell’attivista trans – spiega Gervais.
SuperNature non è dunque un attacco ad una minoranza messa al centro dell’attenzione come fosse un fenomeno da baraccone. Si tratta invece di uno show che vuole invitare quella stessa minoranza a ridere insieme di quanto sia sbagliato e controproducente un certo tipo di movimento inclusivo. Chiedere ad un comico di escludere dal suo show battute su un determinato gruppo non fa un favore a quelle persone che si sentiranno escluse e, appunto “diverse“. Gervais invece ci spiega come siamo tutti uguali e tutti possiamo essere derisi in una situazione di mutuo e tacito accordo con un comico che su un palco si impegni a evidenziare le nostre umane ipocrisie.
Che ne pensate? Avete già visto lo spettacolo? Ditecelo nei commenti.