Oltre alla lanciatissima carriera di attore che lo ha visto in Dunkirk di Nolan e nel prossimo Don’t Worry Darling di Olivia Wilde (sua attuale fidanzata), Styles ha già pubblicato due album da solista, uno più interessante dell’altro. Non ci credete? Ascoltateli, per favore, dall’inizio alla fine.
E questo terzo disco, sulla cui copertina vediamo il cantante in una stanza sottosopra, non è da meno. L’album è colmo di sonorità interessanti ed esperimenti pop; Stylessi mette alla prova con i confini correnti della musica mainstream ma facendo, nel contempo, tutto quello che gli pare e piace.
Nell’album si va dalla bizzarria esaltata di Music For a Sushi Restaurant (una delle canzoni migliori dell’anno) alla delicata riflessione folk di Boyfriends (che ricorda I Am a Rock di Simon & Garfunkel); e dalla rumorosa e straripante Daylight alla tenue e penetrante Love of My Life (che non è la canzone dei Queen ma al confronto non sfigura).
Ovvio che quindi, manco a dirlo, siamo ad anni luce di distanza dall’ingenuità boyband dei One Direction; i quali in effetti non ha senso nominare neppure per un frivolo confronto. Harry’s House è davvero un invito che il cantante ci porge ad entrare in casa sua, apparentemente normale ma meravigliosamente eccentrica proprio come ce la figuriamo in cover.