Torna l’art indie degli Everything Everything con un nuovo disco come sempre distopico, satirico e multiforme
Gli Everything Everything sono ormai da dodici anni sinonimo di garanzia per quanto riguarda il migliore indie che si possa trovare in circolazione. E nel loro caso si tratta poi più che mai di un’etichetta poiché, come il loro stesso nome suggerisce, la formazione inglese attinge senza paura da ogni tipo di sonorità senza porsi confini.
E sempre questo è il loro modus operandi nel nuovo album, Raw Data Feel, pubblicato a solo due anni di distanza dal precedente (Re-Animator, 2020). I suoni vengono dall’elettronica, dal rock, dal rap, dall’indie, dal synth, dalla new wave, dalla psichedelia. C’è di tutto e come al solito la band è in grado di piegare ogni accento e ogni nota ad espressioni musicali perfettamente carismatiche e melodiche.
Sentiamo però, forse per la prima volta, un disco leggermente più riflessivo e meno ansioso dei precedenti. Mentre in lavori come Get to Heaven (2015) si percepiva tutta la pressione della contemporaneità nei testi esistenzialisti della band, qui la pandemia sembra aver lasciato la sua impronta costringendo il gruppo a dedicarsi a suoni più pacati, organizzati, “logici”.
Raw Data Feel è, in altre parole, un disco molto più digitale (come del resto anticipa il titolo stesso) e molto più elettronico dei precedenti. I toni rock vengono lasciati da parte per cedere il passo a potentissime canzoni guidate da synth e logiche glitch anni ’10; è il caso di Teletype, Friday Night, Shark Week ed HEX. Tutti brani di sicuro impatto.
Abbiamo quindi un nuovo lavoro di una band ormai affermata, che si staglia a pieno titolo come nome imponente sul mainstream ma conservando e riservandosi il diritto di produrre sempre musiche impegnate e “challeging”, non per tutti. Sì, è indie rock ma lo è anche nel suo senso proprio più “indipendente” ed originale, qualunque cosa accada.
In sostanza Raw Data Feel continua il percorso degli Everything Everything con sicurezza e solidità; la proposta è una nuova collezione di canzoni (bella estesa) che si sposa alla perfezione con tutto ciò che la loro già corposa discografia ci ha fin qui regalato. Se queste sono le premesse, gli anni ’20 si prospettano per la band luminosi quanto i ’10.