The Batman è il nuovo film diretto e co-scritto (con Peter Craig e Mattson Tomlin) da Matt Reeves (Cloverfield, The War – Il pianeta delle scimmie) che porta sul grande schermo una nuova versione del Cavaliere Oscuro incarnata dal giovane e rabbioso Robert Pattinson (The Lighthouse, Maps to the Stars), appena divenuto il vigilante di cui Gotham ha bisogno. Tempo dopo che il lungometraggio è arrivato nelle sale, online è trapelata una sequenza tagliata (contenuta nell’edizione home video) che mostra un dialogo inedito tra Batman e Joker.
Una scena di The Batman particolarmente emozionante che avremmo voluto assolutamente vedere all’interno della pellicola, ma che purtroppo è stata sacrificata a causa di un girato davvero troppo mastodontico (che superava di gran lunga le aspettative). Ebbene, se siete curiosi di scoprire dove è nata la sequenza ambientata ad Arkham, dove il nostro protagonista e la sua nemesi parlano attraverso un separatore che li divide, il production designer del film, James Chinlund, ci viene in aiuto.
In una recente intervista per The Illuminerdi, l’artista, che ha lavorato con Reeves anche nei film de Il Pianeta delle Scimmie, ha raccontato i retroscena dietro la realizzazione degli edifici di Gotham, dell’Iceberg Lounge e dell’Arkham Asylum. A proposito della sequenza tagliata, Chinlund ha spiegato quanto segue:
“C’è un film giapponese chiamato High and Low. È stato molto stimolante per Matt quando c’è una sorta di rivelazione, lo schermo si alza e ci troviamo in questa stanza degli interrogatori. Quindi penso che stessimo davvero cercando modi diversi per rivelare i personaggi. Sapevamo che volevamo che il Joker, ad esempio, fosse lì, ma non lì, e una sorta di strati di vetro e rete, ombra e luce. Quindi gran parte del design proveniva da quel posto. Ad esempio, come potremmo rivelare i personaggi in modi diversi e mantenere il mistero?”
Sapere che Matt Reeves si sia ispirato direttamente ad un lungometraggio del 1963 del grande Akira Kurosawa (noto da noi come Anatomia di un rapimento) non fa che aumentare ancora il desiderio di vedere il sequel del cinecomic, per vedere se l’autore si sia ispirato ad altri grandi classici del cinema.