Maria Grazie Cucinotta, durante una lunga intervista con Il Corriere della Sera, raccontanto la sua carriera partita dall’edizione del 1987 di Miss Italia.
Mi ero iscritta al concorso a 16 anni, papà non mi lasciò andare. Così ci riprovai a 18 appena compiuti. Partii da Messina con il treno delle 8.30, in borsa avevo la focaccia di mamma e qualche mela. Non ho vinto ma sono arrivata in finale. Fui notata da un’agenzia di Milano. “Se per caso passi in città fatti viva”, mi proposero. Capirai, mica era sotto casa, da giù allora ci volevano 24 ore
L’attrice dunque fece un provino, con pessimi risultati, per Indietro tutta!
E fu un disastro. Mi presentai davanti a Renzo Arbore, Alfredo Cerruti, Arnaldo Santoro, Nino Frassica, capirai, mi presero in giro senza pietà. “Cosa sai fare?” “Nulla”. Ero un’imbranata. Avevo il cuore in gola e le orecchie viola. Alla fine mi scelsero forse per compassione, per fortuna ero fotogenica
La svolta arrivò tuttavia nel 1994 con Il Postino.
Mio padre faceva il postino, come poi mio fratello, mia sorella, mio cognato e mia nipote – prosegue la Cucinotta. In realtà anch’io avevo vinto il concorso e un contratto di tre mesi, ma ci ho rinunciato, ormai avevo preso la mia strada. Papà mi ha tenuto il muso per anni, fino al film con Massimo Troisi: in qualche modo avevo realizzato il suo sogno
Merito di quel ruolo fu di Nathaly Caldonazzo, all’epoca la fidanzata di Troisi:
Ci eravamo conosciute a “Fantastico 10”, con Massimo Ranieri e Anna Oxa. Nathaly era bellissima, quando passava faceva rigirare pure le mattonelle. “Saresti perfetta”, insisteva. “Ci penso io”. E lo ha convinto. Lei e Massimo si amavano moltissimo, la sua morte fu il più grande dolore della sua vita. Sono 28 anni che la ringrazio, anche se adesso ci siamo perse
L’attrice decise di trasferirsi a Los Angeles
A dirla tutta, Hollywood è una scritta anonima su una collina spelacchiata, pure bruttarella, niente di che, per me che venivo da Roma, con il Vaticano e il Colosseo, però gli americani come organizzazione sono ineguagliabili e lì davvero funziona la meritocrazia: non gli importa chi sei e da dove vieni, se hai successo hai successo e tutti sono con te. Ho studiato e imparato tanto
Stando nella città delle Star ebbe anche un’occasione in L’Avvocato del Diavolo con Al Pacino e Keanu Reeves. Ruolo che, tuttavia, rifiutò.
Ero tentata, un film con Al Pacino e Keanu Reeves, no, dico, Keanu Reeves, che quando lo vedi ammutolisci. Pensavo: “e quando mi ricapita?” Però nel copione c’era un nudo continuo e io con questo seno gigante mi sarei sentita a disagio e avrei rovinato tutto. Ho sempre avuto il complesso, a 13 anni ero già così, che vergogna, non vedevo l’ora di ridurlo con un intervento, poi ci ho rinunciato, forse non avrei avuto lo stesso successo, però non mi è mai sembrato bello, troppo ingombrante, per nasconderlo ingobbivo le spalle. E poi è dura farsi prendere sul serio, nessuno ti guarda negli occhi. “Ah, ma sei anche intelligente”, è una frase che ho sentito spesso
Che ne pensate?