Il video ufficiale della canzone vincitrice dell’Eurovision mostra il paese della Kalush Orchestra piegato dalla guerra
La Kalush Orchestra ha vinto l’Eurovision Song Contest con la bellissima Stefania, una canzone dedicata alla figura materna ma che, vista la situazione, il complesso rap ha ritenuto opportuno estendere ad un’omaggio alla propria patria. Come ormai tutti sanno, infatti, i Kalush vengono dall’Ucraina.
La scelta della loro canzone per l’Eurovision si è compiuta poco prima dello scoppio della guerra e la vittoria stessa del complesso non può, necessariamente, essere vista come avulsa dall’attuale situazione politica. Per molti di fatto una vittoria simbolica, sostenuta da tutta l’Europa con spirito unitario.
E il videoclip della canzone, appena pubblicato, mostra le cittadine ucraine in fiamme, i profughi nella disperazione e le atrocità della guerra. Ma la forza della musica vuole ancora una volta simboleggiare l’idea di una strenua resistenza, alle difficoltà della vita come, in questo caso, alla violenza di un nemico concreto e bene armato.
Oleh Psiuk, il rapper, frontman e leader del progetto, scrive in inglese come didascalia del video: “Una volta ho dedicato questa canzone a mia madre e quando è scoppiata la guerra il brano ha assunto tutta una serie di nuovi significati”. Ricordiamo che la guerra in Ucraina infuria fin dal 24 febbraio scorso, in seguito ad un crescendo di tensioni in corso fin dal 2014.
“Per quanto non ci sia neppure una parola che riguardi la guerra in questa canzone”, prosegue Psiuk “Molte persone hanno iniziato ad associare il brano alla madre Ucraina. E c’è di più: la società [il mondo, cioè] ha iniziato a chiamarla l’inno della nostra guerra! Ma se Stefania è ora l’inno della nostra guerra, io vorrei che diventasse l’inno della nostra vittoria”.
Chiara quindi la presa di posizione fortemente politica in questo senso, e del resto inevitabile, di Oleh Psiuk e di tutta la Kalush Orchestra. Come complesso ucraino chiaramente i musicisti non possono che volere la fine della guerra e una vittoria del loro paese. La situazione è infuocata e pretendere che il mondo della musica e dell’arte rimangano ignavi è pretendere troppo.