Netflix, lo sappiamo, sta attraversando un periodo non troppo felice. Qualche settimana fa ha infatti rivelato di aver perso ben 200 mila abbonati nell’ultimo periodo (qui i dettagli). Il gigante dello streaming ha dato la colpa di questa deblace principalmente al problema degli account condivisi, problema per il quale sta pensando di inserire nel proprio pacchetto un abbonamento più economico con pubblicità (qui i dettagli). Tuttavia i problemi per la piattaforma sembrano provenire anche dall’interno.
Attraverso un memo, intitolato Netflix Culture – Seeking Excellence, il gigante dello streaming ha fatto sapere ai propri dipendenti che non intende censurare programmi controversi e li ha esortati ad andarsene nel caso nel quale si sentano offesi dai lavori ai quali prendono parte.
Non tutti apprezzeranno – o saranno d’accordo – con tutto ciò che riguarda il nostro servizio. Sebbene ogni titolo sia diverso, ci avviciniamo ad essi sulla base dello stesso insieme di principi: sosteniamo l’espressione artistica dei creatori con cui scegliamo di lavorare; programmiamo per una varietà di pubblico e gusti; e lasciamo che gli spettatori decidano cosa è appropriato per loro, invece di avere Netflix che censura artisti o voci specifici
Come dipendenti sosteniamo il principio che Netflix offre una varietà di storie, anche se troviamo alcuni titoli contrari ai nostri valori personali. A seconda del tuo ruolo, potresti dover lavorare su titoli che ritieni dannosi. Se trovi difficile supportare la nostra ampiezza di contenuti, Netflix potrebbe non essere il posto migliore per te
Questa dichiarazione arriva in risposta alla controversia sullo spettacolo “The Closer” di Dave Chappelle che ha coinvolto Netflix lo scorso autunno su alcuni suoi commenti ritenuti transfobici e omofobici. Il co-CEO Ted Sarandos ha difeso la decisione dell’azienda di mantenere lo speciale Chappelle sulla piattaforma, innescando un ampio sciopero dei dipendenti in segno di protesta.