Baby Peggy, la prima baby-star vittima dello show business di Hollywood
Baby Peggy è stata la prima baby-star che ha dovuto subire sulla sua pelle i capricci di un'industria, quella cinematografica, mai davvero affidabile: questa è la sua storia
Baby Peggy è stata l’ultima grande diva del cinema muto. Nata il 29 ottobre 1918 come Peggy Jean Montgomery e poi conosciuta con il nome di Diana Serra Cary, si è spenta in California nel 2020, a 101 anni.
Alle sue spalle lasciava una breve ma iconica carriera nel mondo dello spettacolo e la prova incontrovertibile di come Hollywood possa essere tanto una fabbrica di sogni quanto un vero e proprio incubo, soprattutto quando chi ci lavora è troppo piccolo.
La fama di Baby Peggy non è legata alla sua vita longeva o al lasciato dato al mondo della settima arte, ma soprattutto per essere stata la più giovane attrice ad aver subito i danni dello show business legati al far lavorare una bambina tanto piccola.
La sua carriera, infatti, iniziò quando aveva solo 19 mesi e nel 1924 Baby Peggy era già stata il volto di ben 150 cortometraggi, la cui maggior parte è andata ormai smarrita e perduta nel tempo.
Una carriera iniziata per caso
La carriera di Baby Peggy inizia per puro caso, quando viene notata dal regista Fred Fishback, che rimane colpito dall’educazione della bambina, che si trovava agli studi della Century Film per una visita “turistica”.
Baby Peggy appare subito docile, brava a obbedire a quello che gli adulti – e in particolare il padre Jack Montgomery – le dicono di fare, senza perdersi in troppi capricci o lamentele.
Negli anni successivi, fino al 1924, Baby Peggy lavora in molti cortometraggi e diventa la protagonista di storie che spaziano dalla fiaba a film satirici, spesso prendendosi gioco di attori ben più grandi di lei e molto noti in quel di Hollywood, come Charlie Chaplin.
Il successo continua a crescere e Baby Peggy diventa una vera e propria star: come tutte le dive di Hollywood riceve lettere dai fan sparsi in tutti gli Stati Uniti, ha delle donne addette a smistare la sua corrispondenza e, nei negozi, ci sono gadget con la sua faccia. Esiste anche una bambola Baby Peggy, un giocattolo che aveva anche Judy Garland, altra attrice costretta a pagare le conseguenze di un successo arrivato troppo presto con Il mago di Oz
Quando gira il film Captain January, Baby Peggy è all’apice del suo successo: la sua famiglia vive praticamente alle sue spalle, godendosi una vita di lusso sfrenato. La bambina continua a lavorare, diventando anche la mascotte della Democratic National Convention, quando viene immortalata con la bandiera degli Stati Uniti in mano e Franklin D. Roosevelt accanto.
La fine della carriera di Baby Peggy
La carriera di Baby Peggy è un tipo di lavoro che la tiene lontana dalla “vita normale”: la bambina non va a scuola, non ha contatti con dei coetanei e nessuno che possa definirsi un suo amico.
Lavora agli stessi ritmi degli adulti, realizzando film in cui alcune sue scene sono davvero pericolose: in Sea Shore Shapes viene tenuta sott’acqua, finché non perde conoscenza. In The darling of New York viene lasciata sola nei pressi di un incendio.
Nessuno bada davvero a lei, nessuno controlla che la sicurezza di una bambina così piccola venga percepita come priorità. Baby Peggy continua a lavorare e a guadagnare, mentre i suoi genitori scialacquano tutti, vivendo da ricchi, come se quel denaro fosse destinato a durare per sempre.
Ma nel 1925 Jack Montgomery litiga con il produttore Sol Lesser, chiedendo un aumento di stipendio: un milione e mezzo di dollari non basta per pagare tutti i lussi a cui l’uomo vuole abbandonarsi.
Sol Lesser, infastidito da quest’uomo avido e tutt’altro che persuaso ad aumentare uno stipendio già molto ampio, annulla il contratto e Baby Peggy si trova dal passare dalla vetta del mondo all’abisso in cui tutti si ricordano di lei e, proprio per questo, non vogliono averci nulla a che fare.
L’attrice entra nella lista nera di Hollywood e non riesce a trovare un lavoro: si dedica allora al vaudeville, tra il 1925 e il 1929, ma ancora una volta lavora soprattutto per mantenere lo stile di vita della sua famiglia che, in due anni, esaurisce tutto il patrimonio messo da parte, arrivando a dover chiedere aiuto a delle associazioni per poter sopravvivere.
Una nuova Baby Peggy
Nel 1932 tutta la famiglia torna a vivere a Hollywood, nella speranza che Baby Peggy possa ricominciare a lavorare. Un desiderio che, tuttavia, resterà inesaudito.
Il successo del passato è ormai solo un ricordo e la piccola attrice riesce ad ottenere solo piccoli ruoli: Hollywood è cambiata, il muto ha lasciato il posto al sonoro e anche il modo di recitare è diverso.
Baby Peggy si trova a muoversi in un mondo che non solo non la vuole più, ma che lei non sa riconoscere. Nel 1938 si ritira in modo definitivo dalle scene e la famiglia smette di pesare sulle sue spalle.
Lo stesso anno Peggy sposa l’attore Gordon Ayres e decide di cambiare nome, presentandosi ora come Diana Ayres. La situazione economica della coppia è precaria: nessuno dei due riesce a mantenere un lavoro fisso e/o ben stipendiato. I due presto divorziano. Baby Peggy si risposa qualche anno dopo, prendendo il suo nome definitivo, Diana Serra Cary.
Si mantiene facendo i lavori più disparati, sebbene il suo sogno sia quello di scrivere: ma il fantasma di Baby Peggy continua a perseguitarla al punto che nessuno vuol prendere davvero sul serio le sue ambizioni.
Solo molti anni dopo riuscirà a iniziare la sua carriera, scrivendo di spettacolo e cinema su riviste e libri specializzati. A 99 anni riesce a pubblicare il suo primo romanzo e l’anno successivo partecipa a un documentario incentrato proprio sulla vita delle piccole star.