L’avventurosa fuga di Masha Alyokhina, che come in una spy story scappa dalla Russia per sfuggire alla persecuzione di Putin
Ricorderete le Pussy Riot: il gruppo femminile punk russo dissidente ed aspramente critico nei confronti di Vladimir Putin e delle sue politiche. La band si è sempre schierata contro le imposizioni dell’autoritarismo russo marca Putin, e questo ovviamente non ha fatto altro, negli anni, che attirare loro sempre più nemici.
Qualche mese fa due di loro, Nadya Tolokonnikova e Nika Nikulshina, sono state identificate come “agenti stranieri” dal governo russo. Con la Guerra in Ucraina ovviamente la situazione è solo peggiorata e una terza componente del complesso, Masha Alyokhina, si è presto trovata agli arresti in casa sua.
Apprendendo che l’arresto ai domiciliari si sarebbe commutato in una pena di reclusione per 21 giorni, infine, la Alyokhina ha deciso di fuggire dalla Russia. Un po’ come le mitiche defezioni degli anni ’60, la musicista ha cercato in tutti i modi di espatriare per sfuggire alla persecuzione del regime di Putin.
Dapprima, racconta il New York Times, s’è finta un corriere incaricato di consegnare cibo per tentare di arrivare in Bielorussia, ma senza successo. In seguito, con l’aiuto dell’artista islandese Ragnar Kjartansson è riuscita (probabilmente con chissà quali magheggi clandestini) ad ottenere dei documenti che le consentissero di viaggiare liberamente dalla Russia all’UE e viceversa.
Infine è giunta al sicuro a Vilnius, capitale della Lituania, dove si trova tuttora. “Ancora non capisco completamente quello che ho fatto” dice la musicista “La settimana scorsa c’è stata un bel po’ di magia. Sembra un romanzo di spionaggio“. Le Pussy Riot erano diventate famose dapprima dieci anni fa, con un famoso concerto clandestino di protesta in una cattedrale di Mosca.
L’anno successivo la Alyokhina aveva anche fatto sciopero della fame quando le si era rifiutato il colloquio per la libertà condizionale nel suo campo di prigionia. Allora aveva detto che anche una volta ottenuta la libertà non avrebbe voluto lasciare la Russia; ma nel frattempo è successo molto altro e, come vediamo, i tempi sono cambiati.
Fonte: NME
Continuate a seguirci su LaScimmiaSente