Pirati dei Caraibi 6, Depp ha perso 22,5 milioni dopo l’editoriale di Heard

Jack Whigham, manager di Johnny Depp, ha rivelato che l'attore ha perso 22,5 milioni a causa del licenziamento da Pirati dei Caraibi

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Come sicuramente saprete, a causa delle problematiche relative al suo burrascoso matrimonio con Amber Heard e all’editoriale scritto dall’attrice sul Washington Post nel 2018, Johnny Depp è stato licenziato dal prossimo capitolo di Pirati dei Caraibi. La saga infatti avrà un nuovo inizio con Margot Robbie nel ruolo principale. Questa estromissione ha rappresentato una grave perdita lavorativa ed anche, ovviamente, economica. Nello specifico si parla di 22,5 milioni di dollari che la star ha perso. A rivelare queste cifre è stato Jack Whigham, manager di Depp, che ha testimoniato nelle ultime ore al processo per diffamazione che sta vedendo di fronte i due ex coniugi.

Questi ha detto che nel 2017 Depp aveva un programma di riprese molto fitto. Quell’anno l’attore ha lavorato a City of Lies – L’ora della verità, Assassinio sull’Orient Express, Animali fantastici: I crimini di Grindelwald e al film indipendente Arrivederci professore, guadagnando 35 milioni di dollari.

Whigham, che si è descritto come un avvocato e manager, ha affermato di aver anche negoziato l’accordo Pirati dei Caraibi 6 di Depp nel 2017, per un totale di 22,5 milioni di dollari. Ma nel 2019 è diventato chiaro che la Disney aveva deciso di “andare in una direzione diversa”.

Nel 2018, Depp ha girato Waiting for the Barbarians per 1 milione. Nel 2019, Whigham ha negoziato un accordo da 3 milioni di dollari per Depp per girare Minimata. Il manager ha detto alla corte che le riprese del film avrebbero dovuto iniziare a gennaio. 

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È stato molto, molto difficile tenere insieme Minimata. Il finanziamento è diventato traballante, il budget ha dovuto scendere. Il compenso di Johnny è sceso per salvare il film.

Alla domanda su cosa rendesse l’editoriale di Heard diverso da qualsiasi altro articolo scritto su Depp, Whigham ha detto alla corte che “era un resoconto in prima persona proveniente dalla vittima”.

Dopo l’editoriale, era impossibile procurargli un film in uno studio ha detto Whigham.

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