I Röyksopp si immergono in un altro bagno di elettronica oscura e mistica
I Röyksopp sono sempre una garanzia, anche dopo tanti anni in attività. Lo prova il loro nuovo album, dal titolo già esplicativo: Profound Mysteries. Il disco è un altro viaggio in atmosfere sognanti ma inquietanti; i suoni accarezzano da una parte la synth/dance e dall’altra l’ambient convincendo comunque ad ogni nota con originalità e spessore.
I due musicisti sono ormai navigati e sanno perfettamente come plasmare interi panorami sonori con le loro musiche e i loro ritmi, elementi sagacemente maneggiati con un’abilità compositiva che trova sempre ulteriore conferma. E la lunghezza dei brani migliori, come This Time, This Place e The Mourning Sun, infatti non si nota neppure.
Aspetto davvero da premiare del disco sono le collaborazioni, specialmente due particolarmente eccellenti: Alison Goldfrapp (dell’omonimo gruppo); e Susanne Sundfør, che compare anche due volte. Le due vocalist, ormai musiciste leggendarie a loro volta, impreziosiscono le tracce a loro affidate sciogliendo le proprie voci e i propri stili direttamente nel clima già denso ricamato dalla band.
In sostanza quindi Profound Mysteries, pur arrivando a ben otto anni di distanza dal precedente lavoro e figurando “solo” come sesto album della formazione, non fa altro che riprovare la validità di un progetto musicale sempre raggiante sulle vette dell’elettronica. Il duo norvegese ha ancora tutte le carte in regola per produrre musica seducente, coinvolgente e di spessore.