“How are you sleeping at night?
How do you close both your eyes?
Living with all of those lives
On your hands?
Standing alone on that hill
Using your fuel to kill
We won’t take it standing still
Watch us dance“
I Maneskin notano come la Russia stia ora sfruttando quelle stesse risorse e quegli stessi carburanti per uccidere (gli ucraini). Il vero motore della guerra, anche economico, risiede quindi nella benzina che alimenta non solo le macchine da guerra ma la potenza stessa di cui la Russia gode a livello internazionale.
Ma, avvisa il quartetto italiano: “Non subiremo standocene immobili”. Il grido di ribellione è anche un invito a reagire, con pronto sostegno all’Ucraina e condanna (che del resto da parte del nostro paese non è mancata fin dall’inizio) nei confronti delle azioni di Putin. E ne segue uno sberleffo supremo.
“We’re gonna dance on gasoline“
“Balleremo sulla benzina”
Su tutta quella potenza industriale, sulle minacce economiche, sui tuoni delle armi che ne vengono alimentate e sulla benzina stessa, sinonimo non solo dell’aggressività russa ma anche di un vecchio mondo guerrafondaio alimentato a combustibili fossili; su tutto questo, dice Damiano, balleremo.
“Guardaci ballare” dice il vocalist dei Maneskin rivolto direttamente a Putin. Ovviamente non si tratta di un ballo gioioso, ma più di un ballo fatto di furia, volontà di resistere e di non arrendersi. Un po’ Il Ballo della Vita cantato già dagli stessi Maneskin diversi anni fa: un grido di vitalità che si oppone a quello mortale dei bombardamenti russi.
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