Aldo Moro era infatti nato proprio a Maglie nel 1916. Nella canzone poi il cantautore provvede a citare anche altre figure politiche dell’epoca. Per esempio il famoso “santo vestito d’amianto” che “bruciava sul rogo” potrebbe essere proprio lo stesso Berlinguer, in quanto personaggio preso “tra due fuochi” (i blocchi est e ovest) ma che cerca di fare la cosa giusta e però, in quanto vestito d’amianto, già condannato a fallire.
Un’altra interpretazione lega la figura del “santo vestito d’amianto” ad Eugenio Cefis, presidente prima dell’Eni e poi di Montedison, personaggio controverso per via del suo presunto legame con la loggia P2. Nel libro clandestino Questo è Cefis, del 1972, l’imprenditore veniva appunto definito un “santo vestito d’amianto”.
Nel mezzo di questa bruciante satira, comunque, il geniale cantautore non dimenticava l’importanza di celare i messaggi più profondi in un contesto di leggerezza per meglio raggiungere il suo pubblico. La Berta intesa come metafora del politico (Moro) che “dialoga” un po’ con tutti, infatti, ha anche un riscontro più antico come figura.
Ed è quello di Bertrada di Laon, la moglie del monarca franco Pipino il Breve (il padre di Carlo Magno). Ma fermi, non c’è alcun doppio senso. Infatti da questa figura è anticamente nato il detto: “Ai tempi che Berta filava”; ossia, l’indicazione di un passato che corrisponde ai bei tempi andati.
E, su una nota ancor più biografica, Gaetano trova lo spazio per inserire nel testo un riferimento umoristico a due suoi conoscenti. Mario e Gino, infatti, non sono metafore di politici ma persone reali che lavoravano come baristi nel bar della sede romana dell’etichetta RCA, per la quale il cantautore appunto pubblicava i suoi dischi.
Il testo:
“E Berta filava E filava la lana La lana e l’amianto Del vestito del santo Che andava sul rogo“ “E mentre bruciava Urlava e piangeva E la gente diceva Anvedi che santo Vestito d’amianto“
“E Berta filava Filava con Mario E filava con Gino E nasceva il bambino che non era di Mario e Non era di Gino“