Nella giornata di ieri è iniziato il processo che vede di fronte Johnny Depp ed Amber Heard. La star di Pirati dei Caraibi ha infatti denunciato per diffamazione l’ex moglie, asserendo che un editoriale scritto dall’attrice per il Washington Post avrebbe causato un danno irreparabile alla immagine e diffuso notizie false.
I suoi avvocati sostengono, ad esempio, che quanto pubblicato abbia avuto un peso nella scelta di Disney di licenziare Depp e di bloccare lo sviluppo di nuovi capitoli del franchise dei Pirati dei Caraibi che avrebbero potuto coinvolgere l’attore. Lo studio ha invece preferito iniziare a lavorare a un reboot della saga, senza alcuna intenzione di includere il capitano Jack Sparrow nei prossimi progetti.
Tuttavia i legali dell’attrice di Aquaman si sono difesi rivelando come Disney avesse creato un dossier su Johnny Depp per monitorare e raccogliere materiale relativo ai suoi comportamenti problematici e discutibili.
Le prove dimostreranno che la Disney aveva un dossier su di lui che conteneva articoli di vari media e altre informazioni su Mr. Depp – spiegano gli avvocati. Nei loro file, tuttavia, non esiste un articolo del genere, non ha attirato la loro attenzione. E non ha avuto alcun effetto, proprio come ha fatto con il pubblico
Nel 2019 è stato svelato che Disney avrebbe potuto risparmiare 90 milioni di dollari decidendo di non coinvolgere Johnny Depp nella saga dei Pirati dei Caraibi e l’attore, durante le riprese di La Vendetta di Salazar, avrebbe avuto un comportamento negativo sul set. Spesso arriva in ritardo al lavoro e si presenta ubriaco. Alcune indiscrezioni inoltre sostengono che Jerry Bruckheimer, produttore dei film, avrebbe voluto continuare a coinvolgere comunque l’interprete di Jack Sparrow, ipotizzando un cameo nel reboot, ma i vertici della Disney si sarebbero opposti. (ve ne abbiamo parlato qui).