Perché dovreste assolutamente vedere Atlantis, Film che immagina l’Ucraina dopo la Guerra
Atlantis è un film ucraino che immagina le conseguenze della fine della guerra tra Russia e Ucraina, con una spietatezza imperdibile. Ecco perché non dovete assolutamente perdervelo, in sala fino a oggi!
Atlantis, arrivato in sala l’11 aprile 2022 per un evento di tre giorni grazie a Wanted Cinema, è un film che indaga le conseguenze della guerra e si interroga sulla possibilità di voltare pagina dopo i conflitti.
Diretto da Valentyn Vasyanovych – che si è occupato anche di sceneggiatura, fotografia e montaggio – Atlantis è stato scelto anche per rappresentare l’Ucraina durante la stagione dei premi del 2021.
Atlantis, di cosa parla il film?
Sergej (Andriy Rymaruk) è un ex soldato che è tornato a casa dopo la conclusione del conflitto tra Ucraina e Russia per il Donbass. La fine del conflitto, tuttavia, non è affatto rosea come ci si aspettava.
Sergej, infatti, è tornato a casa trascinandosi dietro un terribile disturbo da stress post-traumatico che gli impedisce di riprendere in mano la propria esistenza.
Come se non bastasse, Sergej perde il suo migliore amico, ex soldato anch’egli, che non resiste ai cambiamenti della vita e decide di farla finita.
Per l’uomo, dunque, non sembra esserci altra realtà se non quella del campo di battaglia: è per questo che Sergej accetta di lavorare come volontario per recuperare i corpi dei soldati morti in guerra.
Per Sergej significa fronteggiare i luoghi che hanno popolato i suoi incubi e che ancora lo tormentano. Durante il lavoro, però, incontra un’altra volontaria, Katya (Liudmyla Bileka), che farà sbocciare in lui un sentimento di inaspettata speranza.
Atlantis, il trailer di Wanted Cinema
Un film da vedere assolutamente: ecco perché
Atlantis è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Orizzonti – dove ha vinto – della 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e da allora ha avuto sempre un riscontro molto positivo.
Il film di Valentyn Vasyanovych è stato proposto anche per rappresentare l’Ucraina ai Golden Globe del 2021 e rappresenta un film da vedere assolutamente sia per motivi “tecnici” sia per ragioni più prettamente narrative.
Per quanto riguarda il lato tecnico, la regia di Valentyn Vasyanovych è spietata, diretta e irresistibile. Il regista dimostra non solo di sapere quello che vuole dire, ma anche il modo in cui il suo messaggio deve essere visualizzato.
La capacità di Valentyn Vasyanovych nel visualizzare la propria opera è evidente dal fatto che Atlantis conta di 28 riprese e, altra caratteristica, la prima ora di riprese consiste in scatti eseguiti con telecamera fissa.
Atlantis diventa dunque emblema di quel cinema in cui sono solo i personaggi il vero centro della narrazione e la regia diventa personaggio anch’esso, testimone silenzioso di quello che avviene sullo schermo.
Naturalmente, poi, Atlantis riflette moltissimo il periodo teso che la geopolitica sta attraversando in questo periodo e, nello specifico, negli ultimi cinquanta giorni.
Il film di Valentyn Vasyanovych è ambientato in un ipotetico futuro prossimo, identificato nel 2025, quando il conflitto tra Russia e Ucraina si è concluso, ma forse non risolto.
In questo periodo storico, in cui le televisioni sono piene di immagini che rimandano l’eco brutale di quanto sta accadendo a causa della guerra tra Russia e Ucraina, Atlantis appare quanto meno un film fondamentale.
Senza facile retorica o buoni sentimenti, il film del regista ucraino mette in evidenza come la ripresa dal conflitto non è affatto una ripresa, ma più che altro un’accettazione di fallimento.
Nei sentimenti di paura, senso di colpa e avvelenamento che popolano Atlantis è forse facile immaginare reazioni di coloro che nella realtà stanno vivendo ciò è sullo schermo.
Il punto di vista di Valentyn Vasyanovych è un elemento prezioso in questi giorni di racconti e permette agli spettatori di ampliare il proprio punto di vista, confrontarsi con realtà che non sono conoscibili attraverso l’arido schermo di un PC.
Atlantis è un film da vedere perché ci permette di uscire dalla nostrra confort zone, di relazionarci a un cinema in cui l’attenzione non viene disturbata da azioni roboanti e al cui centro c’è solo il tentativo di un uomo di sopravvivere in un mondo che, ai suoi occhi, appare già morto.