Floyd the Barber è una delle canzoni più sottovalutate (e cruenti) mai scritte da Kurt Cobain per i Nirvana
Quando si parla dei Nirvana tutti conoscono i grandi successi come Smells Like Teen Spirit, Come as You Are, Lithium, In Bloom ecc.. Già in molti meno guardano invece ai brani di Bleach, il primo album della band uscito nel 1989, ben meno celebre rispetto al blockbuster Nevermind (1991) che li ha resi poi famosi.
In Bleach abbiamo un sound molto meno orecchiabile ed accomodante, figlio del punk e dell’alternative americano underground anni ’80 e della rigida etica anti-establishment sposata da Kurt Cobain e dai suoi compagni. E proprio questa stessa etica, radicamente critica nei confronti della cultura statunitense e dei miti della società americana, emerge dalla canzone Floyd the Barber.
Si tratta di uno dei brani più sottovalutati di questo periodo, e anche uno di quelli più ignorati. Quando si torna a Bleach, spesso al limite ci si sofferma su canzoni come About a Girl o la cover Love Buzz, ma le altre composizioni del piccolo gioiellino alt rock fine anni ’80 ad opera del complesso di Aberdeen rimangono spesso fuori dai radar.
Ed è un peccato perché Floyd the Barber rappresenta la facciata più violentemente e crudelmente satirica della poetica di Cobain, che non esita ad attaccare “il sistema” frontalmente con una metafora che va a colpire nel punto più sensibile. Ossia, alla base della nascita della cultura americana moderna, negli anni ’60.
A quell’epoca va in onda su CBS una serie televisiva che si chiama The Andy Griffith Show, in programmazione dal 1960 al 1968. Immaginatevi una moderna sit-com, ma con tutti i canoni della cultura del conformismo dell’epoca, volta a mostrare una facciata dell’America rassicurante e benevola.
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