Ai 3rd Secret contribuiscono Krist Novoselic, Kim Tahyil e Matt Cameron
3rd Secret: questo il nome della super-band grunge formata da Krist Novoselic (Nirvana), Kim Tahyil (Soundgarden) e Matt Cameron (Soundgarden e Pearl Jam). Tre storici nomi della scena grunge e del rock alternativo americano, tutti attivi fin dagli anni ’80 con le rispettive band.
Assieme a loro: il chitarrista Jon “Bubba” Dupree, già nei Void e negli Hater assieme a Cameron e a Ben Shepherd, ex-bassista dei Soundgarden; la vocalist Jillian Raye, già attiva assieme a Novoselic nel progetto Giants in the Trees; e l’altra vocalist, dal nome Jennifer Johnson.
Per cominciare il disco, della durata di meno di cinquanta minuti, è molto poco grunge e molto più alternative folk, scivolando come fa da una ballad all’altra con vaghi toni alla Led Zeppelin (quelli di III). Certo gli arpeggi sono formidabili e puliti e si fa sentire la produzione dell’osannato Jack Endino, guru dei produttori della prima era alternative del rock americano.
I 3rd Secret mancano clamorosamente l’incontro con il revival grunge contemporaneo
In questo modo il sound del disco va tutto a vantaggio della costruzione di una serie di atmosfere, che vanno benissimo, ma che non lasciano alcun aggancio melodico e, in altre parole, nessun momento davvero notevole. Energia se ne sente poca: più che altro si può ascoltare un lavoro minuzioso, stratificato e accorto, realizzato da musicisti navigati.
Ovvio, non serve dirlo: nessuno si aspettava il nuovo Nevermind o il nuovo Superunknown. Ma avere tre musicisti così e non vederli tirar fuori nulla di anche solo interessante, in tre come sono, è perlomeno una delusione. Ma poi la formazione funziona male anche in una serie di altre scelte stilistiche.
Per esempio, le voci femminili delle pur bravissime vocalist fanno ancora ancora il loro nei momenti intensi delle ballad acustiche; ma c’entrano davvero poco e tolgono ogni vigore, con la loro assorta sensualità , ai momenti più “rock” che invece magari meritavano toni canori ben più decisi.
Dei tre musicisti superstar, poi, l’unico del quale cogliamo davvero la presenza è il solo Tahyil. Cameron, batterista capacissimo ma messo a suonare, come si diceva, su una serie di lenti, ha ben poche occasioni di dare mostra delle sue capacità . Per quanto riguarda il buon vecchio Novoselic, poi, l’impressione è che in questo disco quasi il basso non ci sia proprio, alla Jason Newsted.