Donatella Rettore è stata ospite dell trasmissione di RaiDue Le Belve, condotta da Francesca Fagnani. Per l’occasione la cantante, in gara all’ultimo Festival di Sanremo insieme a Ditonellapiaga, ha rilasciato alcune dichiarazioni decisamente forti che hanno scatenato il web.
Tutto è iniziato quando la conduttirce ha chiesto alla sua ospite se si sentisse imbarazzata della frase Io piaccio ai gay non piaccio alle checche, mentre Raffaella Carrà e Patty Pravo sono icone delle checche vintage detta ormai diversi anni fa durante un’intervista. La risposta della cantante è stata decisamente incisiva:
Non sono assolutamente imbarazzata, per me esistono i gay e le checche, esistono i gay che sanno di avere le palle, e ci sono gli isterici che parlano e si strappano i capelli, fanno i pettegolezzi e quelli non li voglio nemmeno sulla soglia di casa
La Rettore ha poi proseguito spiegando come, secondo lei, ci sia ora una riduzione della libertà di espressione.
C’è una limitazione alla libertà, si mettono dei filtri a cose che sono state ampiamente superate. Ad esempio, il fatto che non si possa dire frocio e troia… Adesso Vasco Rossi non potrebbe più dire “è andata con il nero la troia” [in Colpa di Alfredo NDR]
Quando infine la Fagnani le ha fatto notare che l’utilizzo di espressioni volgari non è sinonimo di libertà dicendo Qual è la libertà di dare a qualcuno del frocio o della troia? Dare della troia a qualcuno è un insulto, la cantante ha risposto:
Io rivendico di poter utilizzare questi termini, altrimenti ci censuriamo. Per me, frocio non è una parola brutta. Neanche negro, mi sembra un insulto. Tutto sta nelle intenzioni. Cambiare parole? Mi sembra un po’ democristiano. Dipende dal modo in cui uno lo dice: se tu dici brutto negro è una cosa, se tu dici negretto è un’altra
Cosa ne pensate di queste parole di Donatella Rettore?