“Bimbominkia”, la cassazione vieta l’uso del termine online: “È diffamazione”

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Sappiate che da oggi, se qualcuno di voi ancora lo facesse, non potrete dare più del “bimbominkia” a nessuno

Ebbene, è la fine di un’era. Un’era, tanto per dire, finita in realtà una decade fa circa (ma per la Corte di Cassazione solo adesso): da oggi bimbominkia, un termine offensivo appartenente alla prima era dei social, non si potrà più usare. Pena: reato di diffamazione, in quanto l’epiteto indica una persona di scarsa intelligenza.

E non è tutto: riporta infatti SkyTG24 che se il termine viene utilizzato “in un gruppo Facebook con oltre duemila iscritti scatta il reato di diffamazione aggravata”. La sentenza è stata pronunciata a Trapani in favore di tale Enrico Rizzi, accanito animalista, che avrebbe subito la grave offesa online.

Un importante passo verso la regolamentazione della comunicazione in rete? Potrebbe essere, se non fosse che il termine bimbominkia non viene più utilizzato da circa una decade ed è uscito dal linguaggio comune. Sarebbe come dire oggi “truzzo” oppure “niubbo”. Quindi, ecco, diciamo che il rischio di una denuncia resterebbe comunque basso.

Detto questo, ridefiniamo per il presente il termine bimbominkia: utente dall’aspetto e dal comportamento forzatamente giovanile e superficiale, legato al dar mostra di sé e al volersi pavoneggiare dall’alto di una comprensione delle cose e degli argomenti in realtà spesso scarsa o del tutto inesistente. In altre parole, un incapace che è convinto di essere tutto il contrario.

Fonte: SkyTG24

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