L’amore disperato e terrificante cantanto dagli Alt-J
Sono passati tanti anni dall’uscita del primo, storico album degli Alt-J, ma Breezeblocks rimane di certo ancora la loro canzone più famosa. Un brano indie rock vecchio stile con una base di elettronica sottile e scheletrica che fa da controcanto alle immagini e all’atmosfera “glaciale” che i suoni esprimono.
Il pezzo canta di un amore morboso, tossico (con tanto di numerosi riferimenti chimici) e distruttivo che svela tutte le peggiore sfaccettature che possono dipingere una relazione uscita dai binari. Attraverso metafore complesse e tenebrose, le liriche raccontano gli sforzi di un amante che disperatamente cerca di tenere la sua amata accanto a sé. Ad ogni costo.
“She may contain the urge to run away But hold her down with soggy clothes and breezeblocks Cetirizine, your fever’s gripped me again Never kisses, all you ever send are fullstops (La la la la)“
“Lei potrebbe contenere l’urgenza di correre via Ma trattenerla con vestiti fradici e blocchi di cemento Cetrizina, la tua febbre mi ha afferrato ancora Mai baci, tutto quello che invii sono punti e basta”
Già dalla prima strofa, il testo si rivela molto sottile. Il protagonista, un uomo disperato in una relazione che sta per finire, è già disposto a far del male alla sua amata oltre ogni limite pur di non farla andare via, al punto da massacrarla con un blocco di cemento e lasciarla a morire nell’acqua della vasca da bagno.
L’uomo è dipendente da lei come lo potrebbe essere chi, soffrendo di allergie, assuma cetrizina, l’ingrediente principale del Zyrtec, un noto farmaco antistaminico. Come potrebbe sopravvivere senza? Ma la prova che l’amore sta svanendo già c’è: quando gli scrive, l’amata non invia all’uomo messaggi che terminano con baci (in lingua inglese rappresentati da una x), ma soltanto punti per chiudere le frasi.
“Do you know where the wild things go? They go along to take your honey (La la la la) Break down, now weep, build up breakfast Now let’s eat, my love, my love, love, love (La la la la)“
“Lo sai dove vanno le Creature Selvagge? Vengono a prendersi il tuo miele Litighiamo, dormiamo, prepariamo la colazione Ora mangiamo amore mio, amore mio”
Gran parte del testo è ispirato al famoso romanzo Nel Paese delle Creature Selvagge (Where the Wild Things Are) di Maurice Sedak, uscito nel 1963. Nelle liriche della canzone le “creature selvagge”, mostri immaginari nel racconto originale, potrebbero essere altri uomini ben più “interessanti” (e perciò, per il protagonista, spaventosi) che attirano la ragazza via da lui, mirando al suo “miele”.
Questo porta ad un ciclo di litigi probabilmente causati dalla gelosia, che si concludono sempre con il sonno, la colazione all’inizio della giornata successiva e l’altro capo di un nuovo loop tossico. L’uomo protagonista vive malissimo questa situazione, con una serie di sensazioni fisiche che contrastano con il forte sentimento provato per la sua lei.
“Muscle to muscle and toe to toe The fear has gripped me, but here I go My heart sinks as I jump up Your hand grips hand as my eyes shut And I, ah-ah-ah-ah“
“Da muscolo a muscolo e da alluce ad alluce La paura mi ha invaso ma ecco che vaso Il mio cuore affonda mentre salto su La tua mano mi afferra quando i miei occhi si chiudono”
Il ritornello descrive queste violente sensazioni e suggerisce il compimento di un estremo gesto nel quale, come se non bastasse, l’uomo sembra voler portare l’amata con sé (contro la sua volontà, ovviamente). Un gesto che nella sua mente apparirà disperatamente romantico ma che è in realtà distruttivo e violento.