Bridgerton 2, la recensione della seconda stagione della serie Netflix
La seconda stagione di Bridgerton non deluderà le aspettative dei fan, con una storia più classica che sembra strizzare l'occhio tanto a Gossip Girl quanto a Jane Austen
Il 25 Marzo ha debuttato su Netflix la seconda stagione di Bridgerton, la serie creata da Shonda Rhimes e tratta dai romanzi di Julia Quinn. La nuova serie si basa sul romanzo Il visconte che mi amava.
La prima stagione di Bridgerton aveva avuto un enorme quanto inaspettato successo che, in poco tempo, l’aveva portata a battere molti record su Netflix, nonostante alcuni errori grossolani che, tuttavia, non minavano la trama.
La seconda stagione partiva con un leggero svantaggio dopo che l’attore Regé-Jean Page aveva annunciato che lui e il suo personaggio Simon non avrebbero preso parte al nuovo arco di episodi previsti per il 2022. Ma vi rassicuriamo subito: il duca Simon Basset non ha fatto sentire la sua mancanza.
Bridgerton 2: di cosa parla la nuova stagione
Dopo il matrimonio di Daphne (Phoebe Dynevor) la famiglia Bridgerton è impegnata a trovare una sposa adatta ad Anthony (Jonathan Bailey), capofamiglia e unico destinato a ereditare il ruolo di visconte.
Schiacciato dal suo ruolo di guida per la sua famiglia, costretto a preoccuparsi per tutti dalla prematura scomparsa del padre, Anthony è alla ricerca non del vero amore, ma di una donna che sia meritevole di essere la viscontessa Bridgerton. Per Anthony, dunque, si tratta di una mera questione di affari, come siglare un contratto come un altro.
La sua scelta ricade su Edwina Sharma (Charithra Chandran), la ragazza eletta come diamante della stagione dalla Regina Charlotte. Edwina è elegante, istruita e sembra avere una predilezione per Anthony: il visconte, dunque, sembra essere nella giusta direzione. Peccato che la sorella maggiore della ragazza, Mary (Shelley Conn) non veda di buon occhio il visconte e tra i due nasce una strana rivalità.
Intanto Eloise (Claudia Jessie) è più che mai determinata a scoprire la vera identità di Lady Whistledown (doppiata, in lingua originale, da Julia Andrews) senza sapere che la sua ricerca potrebbe creare problemi alla migliore amica Penelope (Nicola Coughlan)
Bridgerton 2: Recensione
“E non c’è sesso senza amore”
Iniziamo la recensione della seconda stagione di Bridgerton con un assioma alquanto scontato: se vi è piaciuta la prima stagione, la seconda difficilmente deluderà le vostre aspettative. La serie creata da Shonda Rhimes ha mantenuto infatti invariati alcuni elementi fondanti che rendono lo show riconoscibile.
Dal cast color-blind alla scelta di reinventare alcuni tormentoni della musica pop in chiave orchestrale, passando per la palette cromatica votata al pastello e alla narrazione che tanto strizza l’occhio a Gossip Girl, la seconda stagione di Bridgerton è essenzialmente ciò che ci si aspettava e, una volta tanto, questo non è un aspetto negativo.
Come già affermato per la prima stagione, la serie creata da Shonda Rhimes non è una storia che punta all’accuratezza storica né tantomeno a sconvolgere gli spettatori con chissà quali pretese artistiche o intellettuali. La cosa più importante da fare è sempre contestualizzare un’opera e considerare il target di riferimento.
Bridgerton è una serie romance, che vuol parlare soprattutto di amore: e se questo può apparire limitato per alcuni spettatori con altri palati, è altresì corretto affermare che i fan di Bridgerton non chiedono altro. Cambiare la ricetta vincente della prima stagione per provare ad andare incontro a spettatori fuori target avrebbe significato solo peccare di arroganza.
È molto più apprezzabile l’onestà di un prodotto che non vuole imporsi prepotentemente a tutto il pubblico ma “coccola” quello che gli è fedele, presentando un’altra storia d’amore. E, da questo punto di vista, Bridgerton 2 funziona forse anche più della prima stagione.
Nella storia d’amore tra Daphne e Simon – che ha avuto molto successo anche perché un’ampia fetta di pubblico si è innamorata del protagonista – si è fatto leva su uno dei cliché del genere, il cosiddetto fake dating. La seconda stagione, invece, ha deciso di puntare su un altro topos del genere, ancora più amato: l’enemy to lovers, ossia una storia incentrata su due personaggi che all’inizio si odiano e che, colpo di scena, finiscono con l’innamorarsi.
Se la prima stagione aveva un’alta componente erotica, questa seconda stagione è molto più “classica” e romantica, basandosi soprattutto sulla tensione tra due personaggi che scoprono molto lentamente di essere innamorati e sono alle prese con una relazione sulla carta impossibile.
Prendendo molti spunti da Orgoglio e Pregiudizio e, in generale, dalla produzione di Jane Austen, Bridgerton 2 funziona per tutto il romanticismo messo in gioco, che non riguarda solo la coppia principale (Anthony, nello specifico, non fa sentire affatto la mancanza di Simon), ma anche alcuni personaggi “secondari” come Colin e Eloise.