I Razzie revocano il premio a Bruce Willis e la nomination a Shelley Duvall

I Razzie Awards hanno deciso di revocare il premio a Bruce Willis e la nomination data 42 anni fa a Shelley Duvall

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Qualche giorno fa Bruce Willis ha annunciato il suo ritiro dal cinema a causa della diagnosi di afasia (qui i dettagli). Casualmente, poco tempo prima, i Razzie Awards avevano dedicato un’intera categoria all’attore e ai suoi peggiori film del 2021. Tuttavia la commissione di questo premio molto ironico ha deciso di tornare sui propri passi a seguito delle recenti novità, revocando il premio dedicato all’attore di Pulp Fiction.

Dopo molte riflessioni e considerazioni, i Razzie hanno deciso di revocare il Razzie Award assegnato a Bruce Willis, a causa della sua diagnosi recentemente rivelata – hanno dichiarato giovedì i co-fondatori John JB Wilson e Mo Murphy. Se le condizioni mediche di qualcuno sono un fattore nel loro processo decisionale e/o nelle loro prestazioni, riconosciamo che non è appropriato dargli un Razzie

Ma non solo Bruce Willis. I due hanno infatti deciso di revocare anche la nomination che venne data nel 1980 a Shelley Duvall per la sua performance in Shining. Questa decisione è stata preso a seguito dei molti retroscena resi noti sul lavoro di Stanley Kubrick e sulle pressioni psicologiche alle quali fu sottoposta l’attrice.

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Come abbiamo menzionato di recente in un’intervista a Vulture, le circostanze attenuanti si applicano anche a Shelley Duvall in Shining. Abbiamo scoperto che la performance di Duvall è stata influenzata dal modo in cui Stanley Kubrick l’ha trattata durante tutta la produzione. Vorremmo cogliere l’occasione per revocare anche quella nomina

La Duvall ha parlato della sua estenuante esperienza di lavoro con Kubrick in Shining in un’intervista con The Hollywood Reporter l’anno scorso.

Kubrick non manda stampa nulla fino almeno alla 35a ripresa – aveva detto. Trentacinque riprese, a correre e a piangere e portando un bambino piccolo, diventa dura. E l’intera performance sin dalla prima prova. Dopo un po’, il tuo corpo si ribella. Dice: “Smettila di farmi questo. Non voglio piangere ogni giorno”. E spesso questo pensiero da solo mi faceva piangere. Svegliarsi il lunedì mattina presto e realizzare che avresti dovuto piangere tutto il giorno perché era programmato – iniziavo a piangere. Pensavo: “Oh no, ce la faccio, non cela faccio”. Eppure lo facevo. Non so come ho fatto. Anche Jack [Nicholson] me l’ha detto. Mi ha detto: “Non so come fai

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Che ne pensate di questa decisione dei Razzie?