I Placebo si riscoprono nella loro miglior versione possibile: Never Let Me Go è sublime
Vi ricordate sicuramente dei Placebo. La band alt rock inglese famosa per lo stile cupo e gothic delle canzoni e per il casino completo che combinò a Sanremo nel 2001. Il gruppo non ha mai cessato l’attività e anche se oggi i componenti sono rimasti in due, Brian Molko e Stefan Olsdal, la loro musica è ancora solida e valida come vent’anni fa.
Lo prova in particolar modo Never Let Me Go, il loro nuovissimo lavoro e primo album da quasi dieci anni. Loud Like Love, infatti, risale al lontano 2013. Ed è un grande ritorno questo per il duo alternative inglese, perché segna la conferma di uno stile unico per una band unica che dopo tanti anni si dimostra ancora assolutamente convincente.
Never Let Me Go è un disco che, come al solito per la musica dei Placebo, viaggia tra spettri, paure, rimorsi, rimpianti ed indecisioni; e lo fa in bilico tra vacua speranza ed ossessioni paranoiche. I testi, intelligenti e poetici (specialmente Surrounded By Spies e Try Better Next Time) sono sostenuti da composizioni decise, eclettiche e coinvolgenti.
Come loro solito, i Placebo fondono motivi gothic con elementi industrial e con le melodie dell’alt rock a cavallo tra anni ’90 e ’00 (e alcuni inevitabili echi di Radiohead). I brani affrontano il mondo di oggi da una prospettiva adulta, navigata, matura e decisa alla contemplazione ma come fine per il superamento delle difficoltà e dei blocchi psicologici.
Tredici decisi brani che vedono i due musicisti esperti destreggiarsi tra i suoni che ben conoscono; suoni che da sempre fanno eco alle loro urgenze di espressività. Ma, e questo è il punto forte, i due (Molko 50 anni e Olsdal 48) non suonano affatto stanchi, ripetitivi, banali o privi d’ispirazione. Anzi, tutto il contrario.
Con questo nuovo disco i Placebo rientrano nella rosa delle band di “cinquantenni”, gruppi degli anni ’90, che stanno ritrovando una nuova giovinezza senza smentire sé stessi e la loro storia e senza nulla farsi mancare. Un bell’album per i fan vecchi e nuovi; per chi è cresciuto con The Bitter End e chi può scoprire un fantastico nuovo gruppo con (qui sopra) Chemtrails e altri splendidi pezzi inediti.