Il nuovo disco di Machine Gun Kelly è un altro esercizio pop punk che piacerà molto ai nostalgici
Bastano due parole per descrivere il nuovo disco di Machine Gun Kelly, dal titolo Mainstream Sellout. La prima è “Blink” e la seconda è “182”. Non fosse altro che per la presenza fissa di Travis Barker alla batteria, come co-autore di ogni singola canzone e come de-facto produttore del disco.
Giusto quindi parlare specificamente di un esercizio di stile, che vuole ritagliare una vignetta dei primi anni ’00 o della fine degli anni ’90, era d’oro del pop punk, e ricostruirla qui nel 2022, come se vent’anni non fossero mai passati. MGK, che è nato nel 1990, intende chiaramente cavalcare l’onda di nostalgia per i bei tempi andati che tutta la generazione millennial sta vivendo.
E ci riesce? Mettiamola così: se la vostra canzone preferita è ancora What’s My Age Again?, se pensate che il pop punk chitarristico e festaiolo di -enti anni fa sia il miglior genere possibile e se ignorate tutto quello che è successo in musica nel frattempo… diciamo di sì. Di fatto, si tratta di un esperimento che, per gli obiettivi che si pone, si può dire riuscito.
Ma ecco, appunto, difficile guardare oltre la precisione chirurgica con la quale i tratti del genere sono ripresi e rimodellati sulla personalità esuberante di MGK. Il fatto poi che lui si ostini a voler, specie con queste musiche, figurare come rockstar “tormentata” e maledetta, non può far che sorridere.
Al momento è ufficialmente una delle icone musicali del primi anni ’20, e come tale verrà certamente ricordato. Sta in una favolosa (nel senso di “da favola”) relazione con Megan Fox, è uno dei musicisti di maggior successo del mondo e il riscontro commerciale (che del resto come da programmatico titolo anche questo disco intende incentivare) non gli manca.
Quindi no, difficile credere che dietro a Mainstream Sellout ci sia molto più di quest’uomo di successo che ha indovinato stile, momento storico ed immagine per conquistare platee e fare soldoni. Nell’album c’è un bel suono rock spedito e leggero, tanti ospiti interessanti (Oli Sykes, Lil Wayne, Willow Smith) e tanta ottima musica (pop) punk. Ma fermiamoci pure qui: non c’è altro.