Una delle più accese discussioni che stanno avvenendo in questo momento nel mondo di Hollywood è sicuramente quella che riguarda la possibiità per gli attori eterosessuali di interpretare personaggi omosessuali. L’ultimo a dire la sua è stato Andrew Garfield che nel 2017 subì una violenta polemica dopo aver interpretato, in uno spettacolo teatrale, Angels in America, Prior Walter, un uomo gay malato di AIDS. Parlando con The Telegraph, l’attore candidato all’Oscar per Tick, Tick… Boom! si è detto contrario all’impossibiltà di interpretare personaggi con orientamente sessuali diversi dal suo.
Penso che siano due punti diversi da toccare in questo argomento che si confondono tra loro. Uno riguarda l’uguaglianza di opportunità, e sono completamente d’accordo con questo. Perché dovremmo volere un mondo in cui, indipendentemente dal tuo orientamento sessuale, dal tuo colore o dal tuo retaggio, tutti ricevano le stesse chance
Ma l’altro riguarda l’immaginazione empatica, e se permettissimo alle persone di interpretare solo ruoli che sono esattamente come sono loro nella realtà, sarà la morte. Quindi, queste due discussioni separate devono avvenire simultaneamente. Perché non sono disposto a sostenere la morte dell’immaginazione empatica. È ciò di cui abbiamo più bisogno come cultura ed è bellissimo. È l’unica cosa che ci salverà in questo momento
Di parere molto simile a quello espresso da Andrew Garfield è stato quello riportato da Sir Ian Mckellen, iconica della comunità LGBTQ a Hollywod, che parlando con BBC aveva dato la sua visione delle cose.
Ci sono due cose dire, Primo: il discorso secondo il quale un non ebreo possa interpretare un ebreo significa quindi che un ebreo non può interpretare un non ebreo? E quindi, Il discorso secondo cui un uomo etero non può interpretare una parte gay, significa che io non posso recitare parti etero e non mi è permesso esplorare l’affascinante tema dell’eterosessualità in Macbeth ? Certo che no. Stiamo recitando. Stiamo fingendo.
Che ne pensate?