Celeberrimo questo inno di metà anni ’60 di Barry McGuire, un grave avvertimento di una apocalisse imminente, considerata da molti come esempio di “brano di protesta”. Nel brano vengono espresse le frustrazioni e le paure dei giovani del periodo della guerra fredda.
All’epoca i mass media americani contribuirono a rendere popolare la canzone, indicandola come un esempio di tutto ciò che era sbagliato nella gioventù di quel tempo, anche se alcune radio statunitensi la bandirono.
6. Men at Work, It’s a Mistake
Letteralmente il titolo significa “è un errore” e già questo riassume alla perfezione il suo significato. La canzone, infatti, ha come tema il clima della guerra fredda durante la prima metà degli anni ottanta.
La band si chiedeva se e quando i paesi democratici della NATO e gli stati comunisti del Patto di Varsavia avrebbero posto fine allo stallo con una battaglia convenzionale o uno scambio nucleare. Secondo loro, USA e USSR stavano facendo qualcosa di sbagliato, di inaccettabile, alle spalle del popolo. Il video musicale è una rilettura satirica dello scontro tra i due blocchi sulla falsariga del film Il Dottor Stranamore.
7. Billy Joel, Leningrad
La canzone prende ovviamente il nome da quella che allora veniva chiamata appunto Leningrado ed è una ballad in cui l’artista paragona la propria educazione alla Guerra Fredda a quella di Viktor, un clown del circo che Joel incontrò in Unione Sovietica.
Il brano, inoltre, descrive anche la paura e la paranoia provate da americani e russi mentre affermano che loro, come Billy Joel e Viktor, possono essere amici.
8. Peter Gabriel, Games Without Frontiers
Nel brano, pubblicato nel 1980, l’artista immagina un mondo senza frontiere. La canzone diventa indubbiamente una critica al nazionalismo e alla guerra, espressa quasi in modo ingenuo ed infantile. Il pezzo è anche un riferimento ironico alla famosa competizione sportiva europea Giochi Senza Frontiere: Gabriel immagina i potenti appunto come “bambini” che giocano alla guerra come potrebbero dedicarsi a qualunque gioco d’infanzia.
9. Scorpions, Wind of Change
Ispirata dai cambiamenti (il titolo significa letteralmente il vento del cambiamento) che stavano avvenendo nell’Europa dell’est – come la caduta del Muro di Berlino, l’aumento della libertà nel blocco comunista (che avrebbe presto portato alla distruzione dell’URSS) e la chiara imminente fine della guerra fredda – fu composta nel 1989 dal cantante Klaus Meine ed è riconosciuta come uno dei simboli della riunificazione della Germania.
Nonostante ciò, lo stesso Meine ha sostenuto che in realtà il brano sia stato scritto prima della caduta del Muro di Berlino.
10. Pink Floyd“A Great Day for Freedom”
Molti associano “Another Brick in the Wall” alla caduta del muro di Berlino. Questa è una della canzoni più famose della band e non necessita di sicuro di presentazioni. In realtà però il “narratore” rivela i principali eventi della sua vita che hanno portato lui e molte altre persone a distaccarsi mentalmente dal mondo esterno, costruendo – per l’appunto – un muro di mattoni, che lo tiene al riparo dalle ferite che il mondo può infliggergli. Il muro di cui parlava, insomma, non era affatto quello di Berlino.
Il vero riferimento dei Pink Floyd a questo arriva in “A Great Day for Freedom”, che descrive le grandi speranze e i sentimenti di sollievo a seguito della caduta del Muro, sebbene con una punta di inquietudine per le incertezze sul futuro e il rischio di una disillusione dietro l’angolo.