Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere il dissing avvenuto online tra Dagospia ed Elodie. Il celebre sito di Roberto D’Agostino ha infatti commentato il look sfoggiato dalla cantante nel video della sua ultima canzone, Bagno a Mezzanotte, definendola panterona smandrappona. La risposta dell’artista non si è fatta attendere. Attraverso le sue storie di Instagram ha infatti criticato la testata attaccando i giornalisti e definendoli vili (qui tutti i dettagli del caso).
Poteva finire così? Ovviamente no. Dagospia ha infatti rincarato la dose, pubblicando un nuovo articolo dal titolo Elodie et amo nel quale ha parlato delle critiche mosse dalla cantante, criticando le tendenze dei vip moderni.
Siamo circondati da “vipponi” da reality, da gorgheggiatori della hit estiva, da attorini da serie tv low cost – si legge. Divetti dal successo fragile, divosi dell’effimero, soprattutto poco strutturato. La telecamera s’accende, il pubblico deve applaudire, il conto corrente gonfiarsi. Fine. Altro, nella “notorietà”, non è contemplato altro che: un soggetto, un verbo, un complimento… Figuriamoci le critiche.
Elodie, forse per nobilitare un brano loffietto, lo ha compensato sguainando le chiappe divise da un perizoma interdentale. Benissimo, vivaddio! Chi ha un corpo da urlo, lo mostri. Non saremo noi ad opporci. Anche perché i moralismi non sono nel nostro dna. Abbiamo solo fatto notare il look da “panterona smandrappona”. Dove “smandrappona” (derivato da “smandrappata”), come precisa la Treccani, significa “mal vestita”. Poderosa sintesi: abbiamo scritto che Elodie, pur gnocchissima, s’era conciata così così.
Sapete come ha reagito la cantante, che ha fatto la cubista per tanti anni? Ha consegnato ai social questo sfogo: “Non mi sento offesa, sono una donna libera. Mi piace il mio corpo, mi piace mostrarlo. Mi dispiace che la libertà femminile metta in crisi questi uomini piccoli, confusi, spaventati. Io so’ sfacciata e lo sarò sempre. All’estero è normale, se andiamo a prendere i video di 30 anni fa di Madonna, è normale. Non c’è niente di male. E comunque non si scrivono certe cose, è proprio da vili”.
“Vili”, “piccoli”, “confusi”? Ah Elodie, ma chi te conosce?! Ma che stai a dì? Abbiamo ironizzato sul tuo look, sostenendo fosse un modo furbetto per dare spessore alla tua canzoncella frou frou. Che la chiappa, l’erotismo, il corpo, siano condimento dello spettacolo, Dagospia lo racconta ogni giorno da più di vent’anni.
Scendi dal piedistallo bacchettone dove ti hanno piazzato i tuoi follower, le copertine patinate e le interviste concordate. Non diventare una di quelle che invoca lo scudo ideologico della “difesa del corpo delle donne”. O etichetta tutto come “sessimo” o “machismo” solo perché incapace di gestire una critica. Di queste paraculaggini da “body-scema”, anche basta. Rivendichi di essere una “smandrappa orgogliosa” e poi ci accusi di essere “vili”. Ripristiniamo la connessione tra logica e cervello.
L’Ego-latrina è una brutta bestia. Chi è sotto i riflettori accetti le critiche, le osservazioni sgradite, anche le più innocue, le più goliardiche. A colpi di consenso social si rischia di trasformarsi in divinità egizie intoccabili. E lo scriviamo soprattutto a quelle teste di cocco che strepitano per la libertà di stampa negata dalle autocrazie e poi in Italia invocano bavagli, censure, chiusure per le testate sgradite.