Tutti i Film di Batman classificati dal Peggiore al Migliore [LISTA]
L'uscita di The Batman non può che farci ripensare l'intero Universo DC legato a The Caped Crusader, il Vendicatore mascherato, l'Uomo pipistrello. Un oscuro universo filmico che trova origine tra il 1964 e il 1966, si moltiplica attraverso gli anni 80, 90 e 2000, per trovare infine il volto di Robert Pattinson. Ecco la classifica definitiva dei Batman secondo La Scimmia.
In Justice League, dopo la scomparsa di Superman, Batman e Wonder Woman reclutano Flash, Aquaman e Cyborg per fronteggiare la minaccia globale del temibile alieno Steppenwolf . Inizia così un’epopea che nella nuova director’s cut, firmata da Zack Snyder dopo anni di diatribe con Warner Bros., si estende fino a 242 minuti, oltre quattro intense ore di epica senza freni.
Per una degna analisi della Snyder’s cut vi rimandiamo alla nostra recensione (o se preferite la videorecensione). Senza prenderci a nostra volta una buona porzione del vostro tempo, è davvero impossibile muovere qualunque genere di osservazione, a meno che non si tratti delle solite, banali dichiarazioni di appartenenza alla folta schiera degli hater, oppure a quella dei fan più adoranti e acritici.
In linea generale, che si tratti della versione ultimata da Joss Wedhon nel 2017 – subentrato a Snyder dopo la tragica scomparsa della giovane figlia del regista e il suo conseguente abbandono del set – oppure delle due versione firmate nel 2021 dallo stesso Snyder, una a colori e una nel più austero bianco e nero, Batman resta comunque un personaggio subalterno.
Ben Affleck, l’eccentrico miliardario Bruce Wayne e il Vendicatore mascherato sono parte di un esercito, impegnato certo a salvare il mondo e sventare le più pantagrueliche eventualità . Ma si tratta sempre di un super-eroe che si batte al fianco di altri alleati, per altro affidati a interpreti ben più incisivi, da Gal Gadot e Henry Cavill, senza escludere lo stesso Jasos Momoa nella parte di Aquaman.
Non vogliamo disconoscere la Snyder’s Cut e meno che mai negare al suo autore un suo specifico potere seduttivo. Ma è pur vero che non ci sarà mai ufficialmente un sequel, se non in forma di spin-off destinato esclusivamente al Joker di Jared Leto. E visto che qui si parla di Batman, azzerata anche questa digressione e quest’universo essenzialmente tangente, è il momento di passare al cuore.
9. Batman (Batman : Il film) di Leslie H. Martinson (1966)
Batman (Batman: The Movie) è un film del 1966 diretto da Leslie H. Martinson, basato sulla rete di alleati e nemici di Batman della DC Comics. Il film è tratto dalla omonima serie televisiva, già un successo senza precedenti, anzi un autentico fenomeno di costume.
Per questo 20th Century Fox decise in breve tempo di scommettere su questa avveniristica produzione, creando il primo lungometraggio a colori denominato Batman, protagonista la coppia formata dal super-eroe e dal suo fido aiutanteRobin, eternamente in guerra contro i super-cattivi, il Joker, Catwoman, The Penguin e gli altri villain DC.
Più che l’Uomo pipistrello, quello di Martinson è un uomo in calzamaglia, una maschera di carnevale con mantello e cinturone. Una icona della cultura Pop che aveva saputo conquistare istantaneamente le masse, e perciò pronta a travalicare il confine tra fumetto e piccolo schermo, quindi compiere il grande salto, conquistando Hollywood, il silver screen, il grande schermo.
Per altro l’invenzione dei Fratelli Lumière, il Cinematografo, secondo la loro stessa visione era un numero da circo, una novità commerciale che avrebbe ammaliato il pubblico, un po’ come facevano gli equilibristi, l’uomo forzuto e la donna barbuta. Insomma un piccolo mostro di richiamo, destinato a vendere molti biglietti e quindi esaurire, anzi bruciare in pochi anni la parabola del suo successo.
Quel dispositivo, quell’arnese era destinato invece a cambiare la storia dell’Arte e del mondo. E in un certo senso, allo stesso modo, quella serie tv con Adam West nella parte di Batman non sarebbe rimasta come una semplice trovata di successo, destinata a conquistare il pubblico come un blockbuster da milioni di dollari, presto consumato e dimenticato, abbandonati sotto la polvere del tempo.
Se quelle trovate negli anni ’60 erano straordinariamente nuove, provocatorie, oggi l’opera resta solo come patrimonio della cultura Pop. Eppure, nonostante risulti ormai irrimediabilmente datata, l’icona di Adam West resta impressa nell’immaginario collettivo. E quel bat-segnale, l’ovale giallo con la sagoma di un pipistrello, resta uno dei simboli più celebri, riconoscibili nella Storia dell’umanità intera.
Batman: Sigla iniziale e finale della storica serie anni ’60
8. Batman forever di Joel Shumacher (1995)
Siamo quasi a metà classifica ma soprattutto alle dolenti note: la seconda metà degli anni ’90, il momento in cui la vecchia dirigenza Warner Bros. prese la più infelice e nefasta delle strade. Ovvero, azzerare la Trilogia di Tim Burton prima che trovasse il suo epilogo, e così il suo apice, avviando ufficialmente una nuova operazione, che restituisse Batman in versione giocattolo.
Giocattolone è il termine usato esplicitamente da quella stessa dirigenza per descrivere le nuove sceneggiature, affidate a un regista che è praticamente l’epitome della Hollywood fine ’90. Joel Schumacher, un esecutore materiale, fedele alle volontà dell’azienda, non certo privo di estro, eppure orientato soprattutto agli incassi, al successo commerciale, e per questo ad orchestrare i più stupefacenti effetti speciali.
In genere è il titolo successivo, Batman & Robin, ad essere piazzato a fondo classifica. Più oltre, quel secondo capitolo firmato Schumacher è stato disconosciuto platealmente dal suo stesso Batman, alias George Clooney. E come se questo non bastasse, in base agli aggregatori come Rotten Tomatoes, il film si staglia ai minimi storici in termini di insuccesso critico.
Batman: La frattura insanabile tra l’era Tim Burton e la svolta commerciale di Joel Schumacher
In parole più povere, Batman & Robin sbaraglia la concorrenza solo quando si tratta di classificare i più orribili flop nella Storia del Cinema americano. Eppure, a distanza ormai di molti anni, ci sembra giusto riconsiderare tanti giudizi tranchant in funzione del valore storico di alcune soluzioni.
Il film che è invecchiato peggio, e sembra ora cadere impietosamente sotto il peso del tempo, è piuttosto Batman forever. Non basta più un Jim Carrey al massimo splendore per redimere infatti uno script demenziale, una sequela di plot-twist sempre più imbarazzanti, fino a un pay-off che è mal scritto e mal girato perfino secondo gli standard dei vecchi “trucchi” dell’era analogica.
Quanto a Batman, ovvero Val Kilmer, non ci sentiamo neanche di infierire. L’attore era in effetti all’epoca all’apice del suo successo. Apparteneva alla stessa generazione di Brad Pitt, Leonardo Di Caprio, River Phoenix, e per qualcuno non solo rappresentava un loro diretto competitor, ma rappresentava il più promettente attore protagonista di Hollywood.
Prima che la sua carriera e la sua stessa esistenza sperimentassero un tracollo, cadendo sotto il peso di alcool, droga, dipendenze, scelte nefaste e infine una tracheotomia e un cancro alla gola, Val Kilmer era stato Jim Morrison in The Doors di Oliver Stone, era stato il partner di Tom Cruise in Top Gun, poteva perfino permettersi il lusso di rifiutare un ruolo in Dune o Blue velvet di David Lynch.
Per quanto rigidi e inespressivi, i suoi Batman/Bruce Wayne non gli porteranno certo fortuna. E a onor del vero, Joel Schumacher finirà per riconfermare nel film successivo solo Robin, alias Chris ‘O Donnell,attore tutti conosciamo oggi come il volto della serie NCIS: Los Angeles. Ovvero un volto televisivo, lontanissimo dalle qualità di un grande interprete d’Arte cinematografica.
Vogliamo dire che forse nessuno, neanche Jim Carrey, Val Kilmer, Tommy Lee Jones o una magnifica giovane Nicole Kidman avrebbero potuto dare corpo e anima a un copione tanto misero? Che il problema insolvibile restano trama, intreccio e battute mestamente elementari?
Sì, forse non si può concludere questo paragrafo che assolvendo il cast, imputando la bruttura del film a Schumacher, ma soprattutto alla vecchia Warner, colpevole di aver liquidato Tim Burton e la chiusura della sua Trilogia, in virtù di un accordo milionario con Mac Donald’s.