Torniamo indietro di un po’ di anni. Nel 1971, quando i Black Sabbath sorprendono tutti con il loro potentissimo album Paranoid, la Guerra Fredda è al culmine. E i versi che descrivono quella che viene vista come un’inevitabile apocalisse atomica sono piuttosto espliciti: si parla di persone che si “tramutano in argilla”, di un “sole che si scioglie”, di “ghiaccio che diventa sangue”.
6. Iron Maiden – 2 Minutes to Midnight
Passiamo dal proto-metal dei Sabbath all’heavy metal vero e proprio, con tutta la potenza degli inossidabili Iron Maiden nella loro epoca d’oro. Qui il gruppo riduce la guerra, anche quella nucleare, a pura conseguenza di interessi economici intrecciati tra logiche ciniche e al servizio del potere. Un testo ancora oggi straordinariamente attuale.
7. Depeche Mode – Two Minute Warning
Anche in questa canzone, come nella precedente, ricorre la tempistica dei “due minuti” come conto alla rovescia per la fine del mondo. Che qui viene esplorata concettualmente come apocalisse intesa nel suo senso più lato. Non si menziona direttamente una guerra atomica, ma si parla di “cielo arancione” e un verso recita: “Il sole, la solitudine, il cimitero”.
8. Weird Al Yankovic – Christmas at Ground Zero
Negli anni ’80 anche il geniale cantante parodistico Weird Al Yankovic trova modo di commentare con pronta ironia la paura di un’apocalisse nucleare. Questa canzone, una parodia di quelle a tema natalizio prodotte storicamente da Phil Spector, descrive in maniera gioiosa e festaiola che cosa fare in caso di un attacco atomico “sotto l’albero”.
9. Barry McGuire – Eve of Destruction
Una delle più celebri canzoni di protesta di sempre, questo pezzo famoso nella versione di Barry McGuire parla anche di un conflitto atomico e lo fa alla fine degli anni ’60, in un momento critico. “Se il bottone viene premuto, non si può più scappare / Non rimarrà nessuno da salvare con il mondo in una tomba”.
10. Tears For Fears – Mothers Talk
Ispirata ad un libro satirico, questa canzone collega l’idea delle boccacce fatte dai bambini a come “i miei connotati variano con il cambiamento nel clima”. Una metafora eufemistica che richiama gli effetti grotteschi delle radiazioni e di un’esplosione nucleare. Il finale del brano, anche a livello musicale, non lascia in merito alcuna speranza.