L’horror in questi ultimi vent’anni circa ha subìto molteplici variazioni sul tema, tra correnti francesi estreme sul finire del primo decennio e produzioni più commerciali, grazie alla Blumhouse, e più indipendenti, grazie anche alla A24. Per fare una scrematura, le scelte sono state fatte in base ai titoli più significativi di ogni corrente passata e presente.
I migliori film Horror dal 2000 a oggi
Kairo, Kiyoshi Kurosawa, 2001
Il nostro viaggio nell’horror inizia nella Terra del Sol Levante, agli albori del nuovo millennio. L’horror giapponese ha sempre risentito delle sue influenze legate al folklore del luogo. Basti pensare a titoli come Onibaba o Kwaidan. Ma solo col passare del tempo, l’ipertecnologico Giappone ha iniziato a ripensare all’horror in chiave tech, complice anche lo shock di Hiroshima.
In questo filone, nel quale si inserisce anche Ringu, è assolutamente necessario menzionare Kairo, di cui troviamo anche un dimenticabile remake americano. In questo film, un maestro dell’horror come Kiyoshi Kurosawa, ci porta direttamente nei fantasmi che circolano nel web. Solitudine, isolamento e sparizione.
Un film per stomaci ma soprattutto per menti forti. Durante la prima parte del Duemila, poco a poco andava a delinearsi sempre di più una corrente francese chiamata New Frech Extremity Horror. Film che pretendevano causare una sensazione di shock allo spettatore, non lesinando certamente sul gore. Basti pensare ad esempio a Inside, del duo Bustillo & Maury, per citarne uno.
Stilando una classifica nella classifica, forse Martyrs resta il più teorico e sconvolgente tra tutti. Continui capovolgimenti di fronte, porteranno lo spettatore ad assistere ad una serie di atrocità che (paradossalmente) forgiano la società occidentale tutta ma che al tempo stesso vengono percepite in tutt’altra maniera.
Un vero e proprio manifesto dell’estetica della violenza presente nelle arti visive dai suoi albori, uno dei migliori film horror contemporanei.
Insidious, James Wan, 2010
Su un ambito più commerciale, è necessario nominare James Wan. Il grande successo legato al primo Saw, ha portato il nome del regista australiano sulla cresta dell’onda. Prodotto dal Re Mida dell’horror Jason Blum, Insidious riporta in sala un horror commerciale e di una certa qualità . Impossibile non avere la classica sensazione di deja-vu, raccontando di fatto storie di demoni, medium e case infestate.
Eppure, la mano registica di James Wan riesce a raccontare in maniera assolutamente ottima una storia banale. Un lavoro sugli spazi del locus amoenus per eccellenza che porta a scavare in dimensioni parallele e poco accoglienti. Da lì in poi, seppur con alti e bassi, James Wan costruirà veri e propri universi horror di ampissimo successo. Una risalita del cinema horror commerciale che è avvenuta anche grazie a lui.