Disco Elysium Recensione: molto più di una semplice detective story

La recensione di Disco Elysium, il GDR capolavoro di ZA/UM e miglior titolo indie del 2019. Un'esperienza narrativa che lascia senza fiato.

Disco Elysium recensione
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Se davanti a una pinta in una conversazione tra amici, uno dei presenti dovesse chiedere ad un altro che cos’è Disco Elysium, una risposta breve e il più esaustiva possibile potrebbe essere la seguente. “Disco Elysium è una storia di alcolismo, di un amore finito, di un uomo sull’orlo del precipizio, di amicizia e di politica, ambientato in una città devastata dalla guerra, e che sfrutta un omicidio e la successiva indagine come escamotage per trattare tutti questi macrotemi“. Nei panni di un detective in post sbronza di cui non sappiamo nulla, neppure il nome, e insieme al tenente Kim Kitsuragi, indagheremo sull’uccisione di un uomo trovato impiccato ad un albero e vittima di un pestaggio.

Un riassunto che potrebbe affascinare l’interlocutore ma che sarebbe comunque insufficiente a coprire un’opera di tale portata. Per la sua realizzazione, lo scrittore e musicista, nonché director dello studio ZA/UM, Robert Kurvitz, ha dovuto battere sulla tastiera uno script da un milione di parole tra lore e plot principale. Il risultato è un universo interattivo che invade l’utente dal primissimo istante e che sfonda, senza pietà alcuna, la quarta parete. Disco Elysium riesce a parlare direttamente al giocatore, attraverso la sua narrativa e il suo atipico gameplay.

Una complessa indagine GDR

Capite bene quindi, quanto una recensione di Disco Elysium possa essere difficile da scrivere in poche righe. Potremmo aggiungere, alla descrizione di cui sopra, altre informazioni riguardanti il gameplay. Per esempio, che si tratta di un GDR alla Dungeon & Dragons con visuale dall’alto, in cui saremo sommersi da dialoghi da portare avanti sia semplicemente interagendo con i diversi personaggi che incontreremo durante l’indagine – ricordandoci sempre però di fare le giuste domande per ricevere utili risposte – sia con sfide a dadi, tipiche appunto dei giochi di ruolo cartacei. Queste sfide sono necessarie per superare dei “check point” obbligatori e sbloccare nuove linee di dialogo per avanzare nelle quest che decideremo di seguire.

Come ogni buon detective, risolvere più incarichi possibili, primari e secondari, ci consentirà sia di apprendere utili informazioni, fondamentali per avere più probabilità di superare le scommesse con i dadi, che accumulare punti esperienza e potenziare il protagonista.

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Punto nevralgico del gameplay è proprio l’albero delle abilità del nostro alter ego virtuale. Troviamo quattro categorie principali, Intelletto, Psiche, Forza e Abilità Motorie che a loro volta si suddividono in 24 sotto abilità specifiche. Potenziare ad esempio il “calcolo visivo”, permetterà ai due protagonisti di analizzare nei minimi particolari la scena del crimine e conoscere dettagli che a occhio nudo non sarebbero percettibili. Incrementare la forza bruta invece, in combinazione con il più classico piede di porco, può aiutarci ad aprire container o porte sbarrate.

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Un impermeabile super resistente

Insieme alla nostra build, anche i tantissimi vestiti e oggetti che recupereremo ed equipaggeremo in game, incrementeranno le probabilità di successo in un lancio dei dadi. Un impermeabile giallo aumenta di 1 punto la statistica resistenza. Se quest’ultima è un fattore che influisce sulla buona riuscita della sfida, si passerà, senza sforzi, da una probabilità di vittoria del 42% al 58%. Cambiarsi d’abito riporterà alla normalità la percentuale di successo. Questa formula rompe in alcuni casi l’immersione, in quanto è possibile risolvere alcuni dialoghi semplicemente interrompendo la conversazione, indossare il giusto abito per poi riapprocciare l’NPC.

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Tuttavia questa rottura si verifica solo in alcuni momenti della partita. Nell’avanzamento della quest principale, non sarà sempre possibile uscire da una conversazione. Certi eventi accadranno in tempo reale e solo le prove raccolte e l’aver completato più missioni secondarie possibili, faranno la differenza tra il successo o, in alcuni casi, un early game over.

The Wire, True Detective e psicoanalisi

Disco Elysium è un gioco, come ormai si sarà intuito, fortemente incentrato sulla narrazione. Il titolo si ispira, oltre che a Planescape: Torment, ad alcuni capolavori della serialità “contemporanea” come The Wire e True Detective. Dal capolavoro di David Simon, Disco Elysium prende spunto per ideare le 3 macroaree esplorabili – quartiere abitato, chiesa e villaggio dei pescatori – che costituiscono Revachol, uno dei distretti della città di Martinaise. Tre aree diverse, ognuna con i suoi abitanti, leggi e idee politiche. All’inizio vi sembreranno scollegate fra loro, salvo poi rivelarsi, una missione alla volta, fortemente interconnesse. Sarà proprio con il passare delle ore che sveleremo il mosaico narrativo, l’intreccio di cui si compone il titolo e il lavoro di scrittura a cui accennavamo a inizio recensione.

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Il rapporto tra il protagonista e Kim si evolverà nel corso del tempo. Un po’ come in True Detective (qui la nostra recensione), anche in Disco Elysium l’omicidio è una scusa per indagare la psiche umana, il malessere interiore presente in ognuno di noi, e comprendere quanto questi aspetti siano però irrilevanti rispetto al male e alla corruzione che esiste nel mondo.  

Una seduta di psicoanalisi che il nostro detective farà anche con sé stesso. Capiterà più volte che inizieremo a conversare con un’area del nostro cervello ovvero una delle abilità che abbiamo potenziato in partita. Ecco un esempio per comprendere meglio ciò che intendiamo. Aumentare al massimo la skill “Enciclopedia” comporterà da una parte una conoscenza pressoché illimitata di tutto ciò che ci circonda. Dall’altra, interruzioni continue della nostra mente per informarci nei dettagli, ad esempio, del funzionamento del motore di una macchina.

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Non soddisfatti, l’ultimo elemento di rilevanza del gameplay, sono i pensieri. Questi, altro non sono che teorie politiche, economiche o razziali, che contribuiscono al completamento di alcune quest. Il nostro compito sarà quello di interiorizzare questi concetti nella nostra mente e rifletterci qualche ora (il processo è automatico). Quando avremo compreso ogni sfaccettatura della “Teoria avanzata sulla Razza”, usarli a nostro favore e procedere così verso la soluzione del puzzle.

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La localizzazione in italiano di Disco Elysium

L’assenza della localizzazione in italiano è il dilemma principale di Disco Elysium. Una barriera insormontabile soprattutto per un prodotto così fortemente story driven. Inutile girarci attorno, per comprendere tutte le conversazioni che occupano la quasi totalità dell’IP, è necessario conoscere l’inglese. Bisogna sottolineare però che la narrazione principale è più che comprensibile per chi mastica a sufficienza una delle lingue più parlate nel mondo.

Se invece vogliamo addentrarci nelle sfumature, per esempio, di ogni pensiero comunista, fascista o moralista all’interno del gioco, allora la situazione si complica. Non è un caso che anche chi è madrelingua ha avuto più di un problema con la comprensione di alcuni scritti.

La possibilità che arrivi la traduzione in italiano di Disco Elysium c’è, ma se per assurdo questa traduzione non dovesse arrivare, il consiglio è comunque quello di armarsi di un po’ di pazienza, WordReference alla mano, e diventare così esperti nella tassazione ultraliberale.

Conclusioni

Personaggi indimenticabili, una storia che vi rapirà dal primo istante e tantissime attività secondarie rendono Disco Elysium un lavoro monumentale, profondo e appassionante. I finali multipli poi garantiscono elevata rigiocabilità ad un’opera che non smetterà mai di sorprendere.

Una detective story da vivere tutta d’un fiato ed essenziale nella libreria di ogni grande amante dei videogiochi. Nella speranza che la localizzazione in italiano arrivi il prima possibile, il consiglio è comunque quello di tuffarvi nel miglior indie del 2019.

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Disco Elysium testato su Xbox Series X

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