I produttori hanno definito l’Eurovision un “evento culturale non politico”
La situazione è molto confusa in queste ore e si cerca di capire come eventi quali l’Eurovision Song Contest, che ricordiamo si terrà a Torino in maggio, possano essere influenzati dalla guerra in Ucraina. Lo show, che quest’anno si preannunciava più interessante che mai con una doppia (anzi tripla) presenza italiana di Lauro, Mahmood e Blanco, vede ora la propria situazione farsi ancor più peculiare.
Questo perché gli organizzatori hanno appena affermato che la Russia, il paese che sotto la guida di Putin ha aggredito e sta invadendo l’Ucraina, potrà partecipare ugualmente alla gara. La motivazione, riportata dalla European Broadcast Union, è che si tratta di un “evento culturale non politico che unisce le nazioni e celebra la diversità attraverso la musica”.
It’s official! 🌟 Kalush Orchestra will represent Ukraine 🇺🇦 at #Eurovision 2022!
Cosa un po’ difficile da pensare, al momento. Comunque, il messaggio prosegue: “I membri delle emittenti pubbliche della EBU, sia in Russia che in Ucraina, si sono impegnati a prendere parte all’evento di quest’anno a Torino; e stiamo attualmente pianificando di accogliere gli artisti da entrambi i paesi in maggio. Naturalmente terremo la situazione attentamente sott’occhio”.
Il paradosso: la Russia non ha ancora annunciato con quale cantante o band prenderà parte alla competizione, mentre i partecipanti dell’Ucraina sono già stati scelti; e c’è chi dice che, vista la situazione, rischierebbero di cantare per un paese che potrebbe non esistere più. Eccoli qui sotto: sono la scatenata Kalush Orchestra, una specie di BROCKHAMPTON ucraini.