L’incipit di Martha Is Dead è perfetto per raccontare una storia che trova le sue radici direttamente sul territorio, tramite leggende e la terribile violenza di quel periodo. Un mix di reale, onirico e orrorifico che fonde ogni elemento a schermo in una visione ben precisa: raccontare la bestialità e la follia della guerra.
Un impatto visivo estremamente evocativo.
Dopo l’introduzione che apre alla vicenda narrativa la protagonista avrà , più o meno, libero accesso al casolare dove vive con la madre e il padre. Chi conosce bene i borghi toscani e le case contadine nella periferia di questi potrà percepire quanto il lavoro del team sia stato minuzioso e legato a realtà e tradizioni locali. Ogni oggetto o mobilio all’interno della casa rievoca quel periodo storico. Allo stesso modo l’ambientazione è permeata da suoni e musiche dell’epoca, dalla musica leggera italiana ai rombi degli aerei che solcano i cieli.
Già dalle prime ore di gioco siamo perfettamente immersi nella vicenda e nella cultura di quel tempo. Anche gli oggetti utilizzabili dalla protagonista, con le dovute modifiche per esigenze di gameplay, ci portano all’interno di un casolare del 1944. Abbiamo provato Martha Is Dead su PC e, con configurazioni high end, il colpo d’occhio è veramente eccezionale per un prodotto che si attesta come produzione indipendente. Merito anche della capacità del team nel racchiudere l’intera opera in una zona abbastanza circoscritta.
Com’è il gameplay di Martha Is Dead?
Come ogni videogioco, il gameplay è ovviamente un punto focale dell’opera. Negli ultimi anni abbiamo avuto la possibilità di giocare a titoli più orientati al racconto di una storia piuttosto che alla frenesia del passato. Martha Is Dead non è un walking simulator puro, al suo interno ci sono alcuni elementi che approfondiscono la giocabilità tramite l’interazione. L’oggetto più importante in questione è senza alcun dubbio la macchina fotografica. Questa è infatti un elemento essenziale per l’economia del gioco e viene infatti curata sotto tantissimi aspetti.
Nel corso della storia troveremo oggetti utili a potenziare la capacità di fotografare il mondo che ci circonda. Lenti, rullini, filtri e altri accessori saranno gli upgrade necessari per avanzare nella trama. Oltre a questo, il gioco ci mette di fronte ad alcune scelte narrative. Nella nostra prima run abbiamo optato per assecondare Lapo, un amico partigiano delle due sorelle gemelle. Ogni scelta aprirà la strada a nuove soluzioni e pezzi di approfondimento della storia di Giulia e Martha.
Gli appassionati di fotografia potranno immergersi anche al di fuori della trama allontanandosi alla ricerca di un punto d’interesse e scattare alcune foto personali. Lo strumento fotografico creato da LKA è sia funzionale al proseguimento della vicenda che un potente mezzo per immergersi nell’ambientazione.
Un titolo votato alla narrativa.
Come sembrava già ovvio dai primi trailer e dal passato del team di sviluppo, Martha Is Dead è ovviamente un gioco basato sul raccontare una storia. È proprio su questo aspetto che LKA ha puntato e giocato tutte le sue carte. La cosa è evidente sin dai primi passi all’interno del gioco e diventa sempre più imponente man mano che il gioco entra nel vivo. La ricerca della verità da parte di Giulia ci mette di fronte ai crimini e alle barbarie avvenute in quel periodo, alla paura e la follia generati dalla guerra.
Nel gioco, oltre alle città limitrofe, vengono citati gli avanzamenti degli alleati e le regole impartite dai generali tedeschi che, in quel momento, controllavano la zona insieme ai fascisti. Si parla della linea gotica, tra gli ultimi baluardi difensivi italo-tedeschi che rappresentava la difesa del territorio appenninico tosco-emiliano. La radio e le comunicazioni ricevute dal padre di Giulia diventano quindi un’escalation di tensione militare. Ogni giorno, oltretutto, la protagonista leggerà il giornale che ci farà conoscere la situazione, vista dagli italo-tedeschi, evolversi. Ovviamente i partigiani avranno anche loro un’importanza considerevole sull’economia della trama.
La parte sonora è un ulteriore elemento di pregio di Martha Is Dead. Oltre agli effetti sonori che ci immergono nelle campagne toscane circondate da un conflitto militare, le musiche e il doppiaggio innalzano la qualità del titolo. In alcuni momenti le musiche risultano leggermente troppo prevalenti sulla scena, soprattutto il pezzo “stonato” di chitarra, ma il tutto risulta quasi sempre evocativo e soprattutto coeso con l’opera. Gli effetti sonori sono fatti molto bene ma è proprio il doppiaggio in italiano che risulta perfettamente inserito.
Cosa tutt’altro che banale visto che siamo abituati a lavori simili solamente in produzioni di grandi titoli. La protagonista e tutti i comprimari hanno un loro modo di parlare, una loro cadenza e un timbro ben preciso. Capita spesso di dover origliare da dietro una porta e fin da subito i personaggi risultano credibili e riconoscibili.
Conclusioni.
Martha Is Dead è sorprendente sotto diversi aspetti. Sia a livello puramente tecnico che narrativo il gioco punta all’eccellenza, anche grazie a ottimi escamotage (come già anticipato), e prova a imporsi con elementi unici. Al suo interno possiamo trovare infatti immagini horror disturbanti, un thriller che porta il giocatore a voler proseguire per capire cosa sta succedendo e un’ambientazione congeniale alla narrativa. Un gioco ovviamente sconsigliato a chi cerca un gameplay vario e/o frenetico mentre consigliatissimo a chi vuol vivere un’esperienza narrativa sulla propria pelle. Un horror psicologico che cerca di colpire il giocatore con la narrativa e non con i jumpscare, cosa da noi apprezzatissima.
Un tuffo nel triste destino della protagonista e nella Toscana durante le battute finali della terribile Seconda Guerra Mondiale. Il gioco non è lunghissimo ma apre alla rigiocabilità proprio grazie alle scelte narrative per scoprire quel mondo sotto un’angolazione diversa. Una storia cruda che rappresenta in tutto e per tutto ciò che la circonda. Un gioco che, come detto dal director Luca Dalcò, punta a non lasciare indifferenti e che, secondo noi, ci riesce a pieno.