“Questa è l’ora della fine
Romperemo tutte le vetrine
Tocca a noi, non lo senti, come un’onda arriverà
Me lo sento esploderà, esploderà”
Come paventato da molti film e scenari apocalittici, lo sciacallaggio selvaggio è la classica immagine escatologica per la civiltà del consumo. Rompere le vetrine, rubare oggetti che del resto ormai non servono più e darsi alla pazza gioia è il tipico comportamento che l’individuo medio, sopraffatto dall’enormità di ciò che succede e ri-proiettato verso i suoi bisogni materiali, assumerebbe in una simile situazione.
“La fine del mondo è una giostra perfetta
Mi scoppia nel cuore la voglia di festa
La fine del mondo, che dolce disdetta
Mi vien da star male, mi scoppia la testa”
La fine del mondo è quindi sia gioia che dolore. Gioia, perché rappresenta il pretesto per lasciarsi finalmente andare ed abbracciare tutti i propri istinti primordiali, nella festa definitiva che sia climax e annichilimento insieme. Dolore, perché sarà davvero l’ultima festa e poi, di così o anche meno belle, non ce ne potranno essere altre.
“Buonanotte, bonne nuit
E bonne nuit e ciao ciao
Buonanotte, è la fine, ti saluto
Ciao ciao
Buonanotte, bonne nuit
E bonne nuit e ciao ciao
Ciao ciao
Ciao ciao”
Il congedo definitivo viene affidata ad un’alternanza tra italiano e francese nell’augurare una “buona notte”. Una notte che, naturalmente, non sarà quella solita di un giusto riposo, ma quella eterna dedicata invece a quello che Raymond Chandler definiva, con un eufemismo, il “grande sonno”. La morte, appunto.
“Mentre mangio cioccolata in un locale
Mi travolge una vertigine sociale
Mentre leggo uno stupido giornale
In città è scoppiata la guerra mondiale”
Un’immagine che un po’ rievoca la copertina dell’album La Terza Guerra Mondiale di The Zen Circus. Le attività quotidiane cozzano contro l’impatto di una realtà che appare sempre più possibilmente apocalittica. Il Global Warming, le crisi politiche come quella in Ucraina e, naturalmente, la pandemia di COVID-19 sono tutte immagini da fine del mondo che, nella nostra quotidianità, dobbiamo purtroppo affrontare.
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