8 motivi per odiare il cinema di Michael Bay [LISTA]
Un'analisi della discussa figura di Michael Bay, tra chi sostiene che abbia creato un nuovo cinema e chi lo odia visceralmente.
Che Michael Bay abbia un risentimento verso le regole ed il cinema classico non è particolarmente difficile da intuire. Il suo cinema è tutto l’opposto, fatto di raccordi al limite (ma spesso oltre) dell’accettabile, di dialoghi diretti malamente e scavalcamenti di campo.
La regia di Bay è grezza, sopratutto nelle scene tra i vari momenti di azione. Il rifiuto ad una grammatica comune del cinema (contemporaneo e non) non può non essere evidente.
Seguire le regole non è certo un obbligo. Yasujiro Ozu sosteneve di non seguire la grammatica del cinema, anzi di non volerne affatto, parlando della regia dei dialoghi.
Il cinema di Bay, che pure se ne infischia delle regole, non ha però alcun appiglio teorico. I suoi scavalcamenti di campo non possono minimamente essere giustificati, così come la sua volgarizzazione del mezzo cinema di cui si fregia.
5) I cloni di Michael Bay
Uno dei punti più preoccupanti della faccenda è quello degli emuli di Michael Bay. Tutta una serie di registi ha preso ad esempio la parabola di successo di Bay, tentando di copiare il suo cinema.
Se già quello di Bay è così criticabile, non vale forse nemmeno la pena di spendere troppe parole su questo fenomeno. Se non fosse che…
6) L’appiattimento dell’offerta
Diretta conseguenza del punto precedente, quello dell’appiattimento dell’offerta è un problema sistemico. Il cinema americano sempre essere quasi incapace (con qualche eccezione, fortunatamente) di smarcarsi da questo stile.
Mentre i produttori, visti gli alti guadagni, incentivano questa tendenza, l’azione di un tempo, con registi come Walter Hill, è andata a farsi benedire, in favore di questo stile grezzo tanto apprezzato dal pubblico.
7) Veloce, più veloce!
La velocità nel cinema di Bay è uno dei primi elementi che si notano. Non c’è tempo da perdere: tutto è diretto per arrivare più in fretta possibile all’azione, per mostrare tutto la grandezza degli stunt e delle esplosioni.
Come un futurista post-litteram, Bay è ossessionato dalla velocità e dal dinamismo. Il montaggio sconclusionato e rapidissimo spesso non permette nemmeno allo spettatore di vedere il quadro nella sua interezza.
Ne consegue un’azione spezzettata, confusionaria (qualcuno potrebbe obiettare volutamente) e poco comprensibile, che stordisce lo spettatore per l’eccesso di immagini, luci e elementi in quadro.
8) Prendersi sul serio
Nel dibattito feroce attorno al cinema di Michael Bay c’è spesso un’eccesso di serietà da entrambe le parti. Come abbiamo detto in apertura, non c’è nulla di male a dirigere film del genere. Del resto, lo scopo primario per l’industria cinematografica è quello di guadagnare del denaro, e i film di Bay in questo sono quasi imbattibili.
Quello che è più preoccupante è la pretesa di autorialismo di cui la corrente del Vulgar Auteurism si è fatta portavoce, nel caso di Bay come in altri. Sostenere una posizione del genere non è solo avvilente per lo stato d’arte del cinema, ma anche verso la comunità cinefila.
Il cinema di Bay va preso per quello che è, un enorme giocattolone da cui molti possono trarre intrattenimento (ancora una volta, nulla di male). Elevarlo ad altro, tanto quanto dire che non sia cinema, è un’operazione piuttosto sciocca.